martedì 11 novembre 2008

C'era oggi?



























Mentre il vento cade come stelle,
mentre cerco il giallo nel verde
sembra che qualcosa succeda
sebbene io non sappia perchè.
E' bello abitare vicino all'acqua,
tutti quei giorni passati ad arrangiarsi quando il mare invece è a un passo da noi.
Quando torno a casa c'è sempre una foglia davanti al portone,
sorrisi tanti e capelli sciolti che non conoscono più esitazioni.

venerdì 7 novembre 2008

Un porto






















Poi a letto penserò a te.
Non mi fanno paura i silenzi
io a quel buio non posso che essere grato,
sento le spalle raccolte,
sento i pensieri che non vuoi dirmi.
E' gelida la stanza con la pioggia
a me resta soltanto il tempo per correre alla finestra

lunedì 3 novembre 2008

Buona giornata





















Amore,
voglio difenderti da quel cattivo che ero io.

domenica 2 novembre 2008

...e questo fa parte del miracolo






















- E così questo qui è il Fabrizio di cui mi parlavi? - disse una voce alle mie spalle.
- Eh sì.- risposi- E allora? -

Magari gli si son stancate le gambe, ecco perchè è seduto.
Diciamo che è solo stanco.
Perde sangue dal naso, non risponde al telefono.
- Mi dispiace ma non sono io, me ne sono andato da qui e anche da lì quattro mesi fa. -

Fabrizio ormai potrebbe anche essere morto,
ma non lo è e questo fa parte del miracolo.

Ti ho visto di spalle che partivi




















...ma adesso che viene la sera
ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti,
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore,
nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.

mercoledì 16 luglio 2008

Momento di silenzio prolungato

Ho bisogno di silenzio come te che leggi col pensiero non ad alta voce tutto quello che ho scritto in questi anni.
Sono il Principe Amleto sono una chiazza di spuma per capelli che si muove nel maestrale, sono
uno che ha solo bisogno di silenzio tanto ho parlato, troppo.
E' arrivato il tempo di tacere di raccogliere i pensieri.

martedì 8 luglio 2008

Lofoten


















Sangue ovunque che si mischia nelle mia bocca.
Dice di amarmi,
ma non c'è nulla di peggio per lasciarmi.
Sono giorni che faccio sesso
col suo buon cuore,
mi eccita e mai e poi mai cessa di riconoscere i suoi torti.
Sembra afono,
ma è il mondo sigillato di chi ha paura persino di riconoscerlo.

domenica 6 luglio 2008

Aforisma d'amore






















...bisognerebbe tornare a partire per partire
e non partire per arrivare...

venerdì 4 luglio 2008

...e mi sono riaddormentato





















O forse no e se no fa lo stesso,
andrà bene uguale.
Una notte mi son svegliato,
fa molto caldo qui in questi giorni,
quasi 35 gradi anche di notte,
- va tutto bene, tanto c'è lei - e mi sono rassicurato.

Ora mi lecchi le caviglie
ti fai strada fra le mie gambe
e vieni da me dove ho più fame.

Come fai a non sentirti più un salmone?

giovedì 3 luglio 2008

Adelante



















Non pretendo più di aver ragione...
...l'amore trasparente non so cosa sia
mi sei apparsa in sogno e non mi hai detto niente
ti ho dormito accanto e mi hai lasciato andare
sarà anche il gioco della vita ma che dolore

mercoledì 2 luglio 2008

Fabrizio...come era nel 2007



















Fabrizio accetta un posto come impiegato altamente specializzato in un ufficio della sua città, senza capire come mai sia stato scelto tra centinaia di candidati, si ritiene troppo fortunato per preoccuparsi o rendersi conto che sta andando a fare il segretario e non certo lo scrittore o il professore, cose per cui ha sempre lottato.
Fabrizio è decisamente un intruso lì, un uomo che si sottrae ai fallimenti passati ed è ansioso di vivere quei giorni.
E' una immagine western.
Fabrizio è un uomo dal cuore tenero, un sempliciotto, portato a crisi assurde, talmente inadatto al nuoco contesto che non conosce nemmeno una parola d'inglese.
Quantunque sia una persona colta, quasi sempre tende a voler strafare, a dire ciò che pensa senza riflettere, a non adattarsi troppo, a tentare amori disperati senza che la disperazione sia necessaria.
Pur vedendosi come un uomo che va verso il futuro, avanza mezzo passo per volta, mentre ogni volta che parla, in realtà, fa perlomeno un passo e mezzo.

martedì 1 luglio 2008

Ci sono




















Ci sono persone da punti interrogativi e quelle da punti esclamativi.
Ci sono persone che organizzano tutto perchè amano pregustare,
persone che non sanno mai come dire basta perchè sanno che poi si annoiano e quel basta se lo faranno pesare.
Ci sono persone strane e persone che strane non vogliono sentirselo dire.
Ci sono e sono sotto l'occhio di tutti e sono persone che hanno l'odore sensuale della prima notte,
persone che rimandano, ed altre che alla fine dicono sempre di sì.
Io sono uno di quelli che passa senza preavviso all'argomento successivo,
a me la notte si attacca alle gambe pelose proprio mentre mi gratto.
Io se chiudessi gli occhi per un momento sarei perduto,
io sono una stanza chiusa con appena una striscia di mattonelle su cui camminare.

domenica 29 giugno 2008

Dialogo veloce






















Posso tenerti con me?
È questo continuo bisogno di essere amati che ci fa diventare così fragili e violenti.

Fabrizio: Chiedimi chi vuoi che io sia e io lo sarò per te.
Lei: Tu sei pazzo!
Fabrizio: Posso esserlo, se vuoi.

venerdì 27 giugno 2008

Mangiatore di ghiaccio






















Il mangiatore di ghiaccio sbilancia l'aria,
è teatrale,
è facile fargli ammettere che ha la vocazione per tutto questo.
Il mangiatore di ghiaccio è avvolto nella sua polo bordeaux,
si riempie la bocca di ghiaccio come un merlo col grano,
come faceva da bambino
quando non capiva perchè.
Si affida totalmente alla custodia del suo ghiaccio.
Rivivrebbe questi giorni un'altra volta?
Schiaccerebbe di nuovo lo stesso ghiaccio?
Sì, appena possibile sì.
Lo rifarebbe

martedì 24 giugno 2008

Dedicato a










In ogni voglia, in ogni sogno c'è un ritorno di giovinezza e di errore.

“Gli adulti non hanno da scegliere”, diceva Pascoli in una lettera ad un amico, “ma il tramonto sommerso, questa nostra grande ombra colorata di sole è un monologo che dimora nella spiga di un cuore vergine”.

Peter Pan, piccolo bambino nato oggi, figlio del duemila, i tuoi figli futuri ti si aggrapperanno alle ali, accarezzeranno i tuoi riccioli, ti chiameranno papà, con lo stesso amore con cui lo fai tu adesso, dormiranno profondamente nelle tue braccia abbronzate.

Piccolo bambino che nasci oggi, non saprai chi erano i Beatles, non vedrai mai l’Italia di Buffon, Cannavaro, Nesta e Totti vincere il mondiale, ma anzi erediterai quella scialba che va fuori ai rigori con la Spagna, non sarai al cinema a vedere i film di Totò e Alberto Sordi. Nasci ed hai già sulle spalle un debito pubblico insanabile, respiri un’aria malata, mangi cibo manipolato, vesti con abiti costosissimi fatti a prezzi da fame nel terzo mondo.

Peter Pan non sente, non vuole parlare, divide la notte come il giorno, stringe nelle mani qualcosa e alla fine dice: - Io son quello che non c'è mai stato, l'idea che non avete mai avuto. Ho in mano qualcosa che avreste voluto, in ogni pugno qualcosa che vi fu caro, ma non potete più tornare indietro, ormai state diventando irriconoscibili - .

Guardiamo, allora, la scena da lontano. Allontaniamoci di qualche passo. Un neonato, un padre, un dialogo surreale.

- Mi conosci bene Peter? Tu sarai mio figlio, mi prometterai tutto l'amore che io ho perso per te, lo renderai vero e ti ricorderai finalmente di me. Io son l'uomo che rivedrai quando crescerai- .

Che mondo di colori è quello attorno ad un neonato, acquista concretezza più dolcemente per opera del profumo, del sapore delle cose che piano piano gli si fanno intorno. L'uomo, l’adulto lo guarda e sorride di rimando, cerca il suo amore con tanta fantasia. - Fuggiamo verso quello che ogni uomo ha sempre sognato, Peter- .

- Apri le braccia, papà o mamma adulta, scaccia amore e terrore e stringi una persona cara, una persona diversa da te. – Questo è il compito dei genitori, questo quello che dice De Gregori nella sua canzone “Raggio di sole”.

Ogni epoca ha le proprie difficoltà, ogni epoca, ogni stagione le proprie vittorie, gli slanci, le speranze. Chissà come ci si potrà mai sentire ad essere figli del duemila otto.

- Dimmi, sei felice? Quale gioia ti stiamo dando mettendoti al mondo? Se non sei ancora in grado di rispondere sorridimi, oppure guardami semplicemente e non cessare di sorridere.

Non ci son più parole per me, ma non solo per questo tu mi sorridi.-

A causa dell'amore noi temiamo l'amore, Peter Pan non oso vedere se l'iridescenza dei suoi occhi sia solo il frutto della luce della luna o invece lucciole come i suoi occhi che mi prendono la mente, come diceva la poetessa americana Silvia Plath.

E' sera ed il cielo pende in grosse pieghe. E’ estate.

- Peter siamo tutti figli, io e te siamo con lo stesso futuro, ma nulla è immobile e muto, tutto si muove, tutto può cambiare. -

Accanto a me non ci sono solo io, e se è l'uomo, se deve essere l'uomo ad amare l'uomo esso dovrà essere come te, un eterno bambino.

Peter non parlare, ho capito tutto, torna al tuo girotondo, le stelle da sole posson bastare.

Il cielo dorme, la terra, i bambini come noi, però, hanno gli occhi sempre aperti.

L’età, la parola, la colonna di fumo della fantasia mi dicono di essere felice. Io parlo di me stesso e tu Peter mi puoi solo sfiorare con la tua manina più lunga.

Sei tu il futuro allora, è questa la vera poesia, il sole che mi fa male, una donna bella col suo cerchio di amori, è solo così allora che posso ritrovare il nome di Peter, il nome di uomo, Vincenzo come me.

Dedicato al piccolo Giulio

Dimmi come si fa





















Ritorno in pieno giorno.
Vedo la mia donna fare l'amore con un uomo che non conosco.
E' la sifilide della libertà questo,
è un pensiero che rende vero l'amore,
che rende libero chi lo pensa.
Fammi sdraiare sul tuo tappeto, quello che hai a portata di mano,
perchè il bambino che sta dentro di me sta morendo, morendo.
Amami con tutta la paura che hai.
Farebbe anche lei come me,
se io fossi lei?

lunedì 23 giugno 2008

mavaffanculo

...un'ultima scena prima di dormire...

una donna che muore forse perchè mi ricorda gli anni dello studio,
un quaderno con quello che scrivevo,
un numero di telefono che non esiste più

sabato 21 giugno 2008

Professore











...e al fin giungemmo...

Sono diventato professore abilitato col massimo dei voti ed entro in prima fascia!

giovedì 19 giugno 2008

C'è sempre
















Ah, come hai potuto pensare
di cambiarmi la strada?

C'è sempre un dentro e fuori,


E' a te che parlo


















Mi sdraio sul letto.
Reggo il libro come un timone, o forse come un'ancora.
Che noia i ventenni che parlano difficile per darsi un tono,
che ripetono mezze frasi per giocare a fare gli intellettuali,
che vuotezza di pensero.
Mi fanno ridere quando parlano d'amore,
quando descrivono la fine di un amore.
Se solo si rendessero conto di quanto si diventa ridicoli
a ripetere parole scritte da altri.
Gira la testa,
impara a rompere i vetri,
premi le labbra sui cocci smaltati,
premi....devi lasciarti qualche graffio.

Dopo tanti giorni di silenzio


























Sto leggendo Patrimonio di Philip Roth, mi son ricresciuti i capelli,
ho il viso mediamente abbronzato, sto ascoltando la colonna sonora del film Once.
Se sorridesse questa giornata sarebbe uguale a me.
Sono nudo come una pagina bianca,
sono una puttana che lavora per soldi.
La tua faccia accanto alla mia diventerà indifferente,
mi è molto difficile ormai darti un nome.

domenica 15 giugno 2008

Via della povertà





















È molto importante quando parliamo di povertà considerare il limite, la soglia della linea di povertà, cioè della soglia di spesa mensile al di sotto della quale si è considerati poveri: per una famiglia di quattro persone essa vale 1.500 euro. Ciò significa che tutte le famiglie di quattro componenti in cui solo il padre lavora o solo la madre, ma guadagna meno di questa cifra, sono poveri. Al sud poi questo tipo di famiglia è purtroppo molto presente. Spesso, poi, questo tipo di discorso influisce non poco sulle scelte di vita delle famiglie. Quanti figli poter avere? Che studi far fare loro? Insomma, per molte famiglie si pone la scelta obbligata tra la sicurezza economica e avere il secondo bambino. Si tratta di una situazione molto frequente, non solo nel lavoro manuale, ma anche tra impiegati e insegnanti. Il confine tra benessere e povertà è dunque spesso molto labile: può bastare un evento straordinario, come la nascita del secondo o del terzo figlio, o il licenziamento del coniuge, per precipitare al di sotto della soglia.

In questo momento il problema dei salari, della sicurezza, non tanto fisica che è una conseguenza, quanto economica, la vera priorità, diventa l’aspetto più rilevante dell’agenda politica. Ho scritto diventa, ma invece avrei dovuto dire dovrebbe diventare perché invece in questi giorni si sente parlare di intercettazioni, di trattati europei, di goal da annullare per fuorigioco.

Ci dicono che entro l’anno la benzina raddoppierà e con essa tutto, dal pane al gas, ai biglietti dell’autobus. Non è catastrofismo se anche il mago del miracolo italiano, l’uomo del milione di posti di lavoro ha parlato di rimboccarci le maniche, di inizio di recessione allora vuol dire che siamo messi molto male. Ora il problema non è neanche vedere perché siamo finiti così, il problema che tutti gli italiani sentono o dovrebbero iniziare a sentire/capire è piuttosto come uscire da questa che non può che chiamarsi crisi. In Italia il 14% della popolazione è considerata povera, ma la percentuale aumenta se si guarda al sud. Bisogna rassegnarsi alla nuova povertà? E perché nuova? Nuova perché il povero del 2008 è totalmente diverso da quello degli anni 60 ad esempio. E’ istruito, spesso è laureato, ha già avuto esperienze lavorative e non ha grandi aspettative e in più è abituato in un certo modo al benessere, cosa che non accadeva per i nati alla fine della seconda guerra mondiale.

De Andrè in una canzone di metà anni settanta, Via della povertà, descrive perfettamente uno scenario sociale allucinato, pieno di eccessi, di egoismi, di frustrazioni. De Andrè in un testo grottesco per certi aspetti anticipa di quasi trentenni quello che sta accadendo ora. La società come una lunga strada, via della povertà appunto, dove la povertà morale si sovrappone e si intreccia a quella economica.

I personaggi della canzone sono maschere, sono commedianti, sono personaggi di una commedia umana che altro non è che la vita di tutti i giorni. Noi Italiani c’eravamo quasi dimenticati della povertà e invece l’abbiamo ritrovata sotto casa, prima negli alloggi degli immigrati, poi nei licenziamenti dei quarantenni e ancora nelle nuove emigrazioni, fenomeno che si era fortemente attenuato negli anni ottanta.

Il fatto è che la questione povertà, in Italia, viene percepita e affrontata in modo sussultorio, seguendo un’agenda imposta dalle presunte emergenze politiche ed elettorali. Così i poveri compaiono e scompaiono, a seconda delle emozioni dell’opinione pubblica. Ma, soprattutto, sulla spinta della contingenza politica. Vengono agitati, i poveri, come una bandiera, quando la campagna elettorale è alle porte, oppure quando le tensioni fra le coalizioni e dentro alle coalizioni sono particolarmente acute. Ne ha fatto un marchio distintivo la chiesa cattolica. I poveri, in ottica solidaristica, accendono addirittura il dibattito sulla libertà religiosa e sulla laicità dello Stato. La povertà è usata come meccanismo per riscaldare il clima d’opinione, per intercettare consensi, per stringere alleanze, aprire conflitti. Oppure, appunto, dimenticati. Nascosti. Occultati. Secondo le convenienze politiche e le scelte di marketing elettorale. Questo il fenomeno povertà per la politica italiana, questo il modo per non risolverla mai in maniera strutturale. Andremo sempre più verso una società dalle due velocità: quella dei ricchissimi e quella dei poveri. Pochi ricci e moltissimi poveri, proprio come nei paesi sottosviluppati. Sarà la fotografia di un paese grottesco, arido, incattivito, sarà quello che De Andrè ha già scritto trentenni fa? Chissà, chissà se saremo in grado di camminare per questa nuova Via della povertà.

sabato 14 giugno 2008

Quattro domande e un funerale


















Per esempio oggi, che giornata è?
Che sabato mi rappresenta questo?
Mi va di sentirmi dire cose terribili?
mi va di ammettere che sono vere?
Quest'anno sono già morte tante persone che amavo,
non me le ricordo più.

giovedì 12 giugno 2008

Dico sempre di no




















Ho preso il suo posto fra gli elementi,
ho nascosto tutto dietro parole che capisco solo io.
Sono aperto a tutte le risposte, per questo faccio domande,
per questo all'inizio dico sempre di no

mercoledì 11 giugno 2008

Semplicemente



























E poi subito dopo quel pensiero.
A minuscole gocce ricordo quel che c'è stato.
Sono nuovo a questo piacere, dovete perdonarmi.
E poi mi sono svegliato qui,
in questa stanza, in mutande che mi sbraccio a dirvi cosa è stato,
mezzo ubriaco che annaspo cercando le parole per dirvi semplicemente che amo

martedì 10 giugno 2008

Verde


























Una verde buiezza si congela.
L'odore di caffè e tu che mi scarichi le tue frustrazioni su di me.
Fabrizio ascolta jazz. Il segreto sta tutto nel cogliere il momento giusto per dire la verità.
Non ci sono libri in giro, non li danno gli invalidi.
Non può leggere e allora l'unica cosa che può fare e provare a scrivere.
Fabrizio è un cospiratore di adolescenza,
è un peso che va subito a fondo.

lunedì 9 giugno 2008

Una fotografia fatta da altri


















C'è chi dice che Fabrizio faccia l'amore come una donna, c'è anche chi ha pensato che Fabrizio fosse bisex. Si dice che sia prepotente con chi ama, come un genitore accogliente quanto padronale.
Fabrizio ama veder godere, Fabrizio ama trovarsi in una posizione di disagio.
E' molto difficile dargli un nome. E' qui in casa e vuole provarci di nuovo, ha una maglietta rossa e ha la testa rivolta ll'abiettivo. Si farà fotografare mezzo nudo stasera.
C'è da stupirsi se lui pensa spesso all'idea di far l'amore?
Dovrebbe apparire all'improvviso una donna per togliergli ogni traccia di pensiero,
dovrebbe sapersi adeguare alla fantasia.
Bugie, bugie senza dolore.
Poi ha chiuso gli occhi,
per il lungo viaggio di ritorno

domenica 8 giugno 2008

articolo















E se vedessimo i giovani di oggi come tanti personaggi in disparte di uno di quei quadri maestosi e terribili del Caravaggio. Personaggi minuscoli che solo la luce riflessa sa fa vivere da sè.

Esser guardati come si guarda un assente, la dolcezza, però, nell'esser considerati familiare, un personaggi piccol, insomma, ma fedeli, degni di esser imitati, capaci di compiacere il comportamento complice degli altri personaggi.

Sarebbe bello che i giovani di oggi, quelli ad esempio che stanno per raggiungere la maturità, racchiudessero per qualche istante il segreto dei loro stessi occhi, dei loro desideri, delle loro speranze, in se stessi, che si fermassero, per un momento, a guardare sin dove sono arrivati. Guardarsi indietro per assoporare meglio i risultati ottenuti. Spesso siparla dei giovani come di figure fragili, dolci e splendide minose non sempre in grado di reggere i primi venti. Ragazzi e ragazze che credono poco in se stessi, che non hanno fiducia nelle proprie azioni, nei propri pensieri. Ecco il perchè di questo "sedersi e guardare". Diciamo che, restando nella metafora pittorica, sarebbe come ricostruire in se stessi la forza delle pennellate caravaggesche, riuscire a confondersi restando però padrone dei propri gesti, lasciare l'aspetto di "cosa mentale"e vivere pienamente il desiderio di essere.

Bisognerebbe che noi tutti, non solo i giovani capissimo che le bellezze che si danno per prime sono anche quelle che stancano più in fretta. Qui sta il concetto di auto-stima e di auto-ironia.

Il passaggio dalla scuola all'università o quello dalla scuola al mondo del lavoro serve ad imparare a vedersi, come diceva Moravia in un suo racconto giovanile.

Quanti problemi in meno avrebbero i ragazzi se imparassero a guardarsi indietro, se amassero di più il loro talento, se credessero di più nelle loro capacità.

E' un problema di fiducia, un problema di concreta forma di auto-stima.

Spesso non si ha nemmeno idea del potenziale di ognuno di noi e si rimane ancorati all'immagine di ultimi della classe che si atteggiano a primi con risultati dannosi per la propria psiche.

I personaggi dei quadri di Caravaggio hanno colori scusi, gli umori spenti di sorrisi troppo poco assecondati. Non sono gli eroi, ma sono quelli che danno luce agli eroi, quelli che assorbono le ombre, quelli che permettono agli eroi, ai personaggi principali di essere il fulcro della scena.

Questo sono i giovani del duemila, i maturandi, i neo universitari.

Bisognerebbe capire e far capire che in questi loro occhi c'è quel momento in più che il cielo stellato sopra di me, qualcosa in più che la legge morale dentro di me: c'è il futuro ancora non scritto, l'unica cosa certa è una cosa non certa. Un bellissimo ed affascinante ossimoro direbbe Pasolini.

Sta pian piano arrivando anche quest'anno il tempo in cui Bari cambia colore, quell'afa accecante che inganna il nostro vivere giornaliero: sono i giorni che coincidono con gli esami di maturità, con la fine della scuola

Quel periodo in cui alla"controra" tutto perde colore, anche il cielo col suo mondo di pace non s'aspetta più. Bari diventa una piccola bomboniera mandorlata, uno stanco mondo fatto a città.

Vien fuori un'immagine tenue che urta con quella carvaggesca che abbiamo costruito fino ad ora.

Bari non è ancora un città per i giovani, ma speriamo che possa diventarlo da qui a qualche decennio. I ragazzi non vanno visti con ottica utilitaristica, se così fosse li dovremmo condannare per la loro poca praticità, per quella incapacità cronica di badare a se stessi. Bamboccioni o no, i giovani del duemila hanno paura, sono spaesati, non hanno voglie e se le hanno sono voglie che passano in fretta, che si autodistruggono nel breve volgere di qualche giorno.

Gogna, gogna per tutti loro. Perché i ragazzi di oggi sono pericolosi per tutti noi, per tutti noi che abbiam lo sguardo "pitturato e vuoto".

Com'è allora il giovane del duemila se non metà filosofo e metà puttana? Già fortunatamente curioso ha perso però il sospeso dell'amore.

Impauriti e distratto si abbandonano giocando a fare gli eroi.

I diciottenni del duemilaotto non sono più né qui né lì.

Guaiscono, scrivono per dirci che solo di notte con amici come loro e in un campo di calcio vivono da arguti.

Che dire allora se non che vorrei essere ancora così? Magari li critichiamo anche, ma che nostalgia per quegli ultimi giorni di scuola, che voglia di avere ancora vent'anni!

Chi scrive è un pluri trentenne che parla di sé e che sorride a quello che era e non è più.

"Vorrei anche venirti a ritrovare ma purtroppo non mi è ancora concesso di lasciarmi." Così si chiude il libro di un famoso scrittore argentino morto negli anni ottanta.

Parlava dei giovani, parlava della sua malinconia.

sabato 7 giugno 2008

Pensatemi




















E' un periodo di grande stress,
sono giorni di ansie, di scoperte, di decisioni importanti, un periodo di merda
Non so cosa farebbe Fabrizio al posto,
io di certo domani avrò voglia di rimanere a letto a leggere
e invece devo andare a lavorare
e invece devo studiare
e invece devo devo devo.
Che palle!
Proviamo a pensare a domani sera...
pensatemi mentre farò l'amore, mentre mi addormenterò da solo.

giovedì 5 giugno 2008

Di ritorno dalla Spagna



























Fabrizio scende dall'aereo alle 13,
mangia un panino al prosciutto, una coca cola tiepida e va in ufficio.
Al diavolo Bari,
al diavolo la mediocrità delle persone che non sanno cosa dire.
La spiritualità orientale è solo un vuoto di pensiero...rido...perchè tutto questo è già successo.
Mi son liberato di te,
eri solo una controfigura mal riuscita,
non hai mai goduto perchè non hai mai conosciuto a pieno il tuo corpo,
non mi hai mai fatto godere perchè non sai nemmeno tu cosa vuoi.
Tutta la notte proverai a cercarmi,
non mi troverai mai
io governo una vita

mercoledì 4 giugno 2008

Criptico




















Il cielo si schiarito, è diventato bianco,
poi è tornato come prima.
Io oggi vivo pizzicando l'odore della pelle.
Non sopporto i piccini,
i mediocri che usano la violenza per farsi notare.
Per tutti questi i miei occhi si fanno ancora più piccoli,
e ripetono a cantilena
sono sono sono.
La rabbia è una droga,
quando il caprifoglio fiorisce sul loggiato di mia moglie
capisco di dover seguire il vento ancora più avanti

martedì 3 giugno 2008

Come va?





















- Ciao Fabrizio, come stai?
Hai dormito poco oggi, hai gli occhi ancora gonfi. -

Fabrizio lascia i suoi vestiti all'infermiera di turno,
i suoi occhiali a suo fratello,
all'anestetista i suoi ricordi
e si lascia andare.
Finalmente si rilassa.

Quando si sveglia Fabrizio ha solo voglia di mangiare, di fare la pipì e di scopare.
E' animalesco, proprio come quando scrive di sè.
Per tutta la vita ha voluto essere così,
ma gli occhi lo tradiscono.

-Fabrizio io ti voglio bene, ma come posso essere come te,
ai ricordi non importa chi sei, loro non sanno mai niente di te,
è per questo che sbagli sempre. -

venerdì 30 maggio 2008

Fabrizio e Vincenzo d'Amelj Melodia

















Fabrizio conosce il fonde delle sue tasche
ed è ciò che gli fa più paura.
Fabrizio stamattina si è alzato presto ed ha fatto l'amore
ed un'ora dopo era morto,
in silenzio, perchè non è permesso baciarsi per strada,
non si può quando ci si sente ospiti.

giovedì 29 maggio 2008

Pugni in tasca




















Sono rigido sulla schiena,
mentre di là, dietro i vetri, un altro uomo scopre il mio amore.
Il cielo notturno è una carta carbone,
chiudo gli occhi per non sapere.
Non ci sono stelle,
non ci sono occhi che sanno scovare un nuovo sistema.
Mi metto i pugni in tasca e cammino testa bassa come uno scolaretto

mercoledì 28 maggio 2008

Oggi martedì notte
























Oggi Fabrizio ha un cuore ad angolo retto.
E tu mi dici: finchè non ti uccidono ti chiamano re,
riducendo anche la voglia a quello che non era
Che fai? Perchè non mi aspetti?
Mi viene in mente che deve essere stato questo tipo di paura a farmi parlare così,
deve essere stato il futuro.
E' chiaro ormai che anche se andrò di stanza in stanza stasera non troverò nessuno,
oggi mi tiro indietro stupefatto di essere ancora in grado di farlo,
oggi le mie parole restano aperte.

martedì 27 maggio 2008

Giochiamo a fare l'amore





















...allora mi svegliai con la pelle d'oca.
Gli occhi grandi, il seno piccolo,
oggi è il giorno in cui seccano le begonie.
questo è il vento che viene dal sud.
Generiamo energia mentre giochiamo a fare l'amore

venerdì 23 maggio 2008

Ciao




















Parto per qualche giorno...ci vediamo presto

martedì 20 maggio 2008

Alcuni...



















Tutti sognano l'amore
ma quanti lo vivono veramente?
Quanti hanno il coraggio di mettere in pratica le parole? quanti non hanno paura?
Alcuni amano solo per farsi compagnia.
Troppo morti per essere malati

Poesia erotica? O erotica lettura di una poesia?























Le lettere curve della parola sesso
si gonfiano davanti a noi come se fossero un intero panorama che ci aspetta.
Ieri mi hai parlato degli spiriti come coppe di pioggia
ed oggi mi dici che tutto quello che cerchi sopravviverà.
Dove sei? Perchè mi parli così?
Io cerco di guardare oltre ma tu me lo impedisci,
io cerco lo spettator tremante dei nostri amplessi
trascinato dall'invidia e dalla rassegnazione

lunedì 19 maggio 2008

Nessuno è solo così





















Eppure io sono un - fermatevi signori, rallentate, stasera non si recita. -
E' fredda la stanza senza un letto,
non può essere così, non siamo ancora abituati all'idea.
C'è posto per le fantasie di tutti. Storie brevi e quelle che non finiscono più.
C'è posto per un orgasmo fatto di parole, c'è il silenzio dei giocolieri.
Siamo nudi, sprofondiamo e galleggiamo, nessuno è solo.

Bocca come taglio rosso

























La bocca sboccia come un taglio.
Un tempo era dolce e piuttosto bambina,
ora è semplicmente mia.
La verità ha superato un piccolo ponte ricurvo,
ha la voce di una ninnananna,
ha quella rabbia che non riesco a controllare.
Oggi vorrei essere preso in prestito,
ma questo sono solo le mie parole
e la passione non dorme con chi non sa.

domenica 18 maggio 2008

Gli innamorati



























Gli innamorati sono così felici che non dicono niente.
La faccia di lui accanto a quella di lei diventeranno indifferenti.
Gli innamorati sacrificano il sesso come un torsolo cavato dalla polpa.
La noia o peggio la paura prenderà i loro nomi e cambierà le date, cambierà il finale.
Si siederà sul loro letto piscerà fra le coperte e non esisterà più niente.
Tu scappi, ma ora è il tempo di prenderci per mano.
Adesso.

sabato 17 maggio 2008

Accesa alla notte e inutile al giorno che passa




















Certo che si fermano ancora a guardare le stelle.
Chi non lo farebbe?
Io mi son innamorata di te.
Il guaio è che non posso dirlo a nessuno.
Nemmeno a te.
Non ci crederesti.

Quando mi son svegliata stamattina
sentivo ancora il suo corpo su di me.
Quasi.

venerdì 16 maggio 2008

Ti ammazzo

























PRIMO SMS
- Ma dove sei? Sono 4 giorni che non ti fai vivo. Perchè fai così, ho provato a chiamarti almeno cento volte. Ti prego, rispondi. Sono preoccupatissima. -

SECONDO SMS
- Vuoi sapere perchè non torno a casa mamma? Perchè se torno a casa ti ammazzo. -

Fare l'amore o solo sognarlo ancora





















Ho fatto anche qualche pazzia tipo fare l'amore con te senza che mi dicessi - ti amo. -
E andavo a letto con il telefono per leggere un tuo sms.
Una notte un treno è passato nei miei sogni e mi ha svegliato.
E la prima cosa che mi è venuta in mente con gli occhi appena aperti nella stanza ancora buia è stata:
- Va tutto bene, tanto non è ancora finito. -
E poi son riuscito a riaddormentarmi

giovedì 15 maggio 2008

Io ti amo

Nella letteratura italiana fino a alle prima metà del XIX secolo pur parlando d'amore attraverso la poesia non si scrive mai la frase - Io ti amo. -
Perchè?
Perchè non esiste la scoperta dell'altro. L'altro non c'è. C'è una forma assoluta di egotismo.
Dire io ti amo vuol dire affiancare all'io anche un tu.
Questo avviene secondo Nietzche solo conla dis-conoscenza dell'Io. Mentre se vi ricordate l'amore cortese era innamoramento per fama, lo dice anche Boccaccio, l'amore per i romantici e post romantici è passione, spesso è volontà di possesso, si pensi a Verlain a Swann di Proust a NOvalis. In Ptrarca l'amore è autodisciplina. Ci si innamora con esercizio quotidiano. Per Goethe invece l'amore è immediatezza nella scoperta dell'altro, un altro che non è più solo simbolo, non più sovrapponibile, è solo l'altro. IO amo te e non nessun'altra persona, questo dice Werther a Carlotta.

martedì 13 maggio 2008

Amore...se io dico amore...



























Ognuno di noi dovrebbe descrivere la propria parte d'amore,
dovrebbe capire come si fa.
Mi cade incompiuta dagli occhi la forma del ricordo.
Far l'amore senza amore da queste parti vuol dire commettere un'azione cattiva.
Nei sogni le cose accadono senza che la nostra frustrazione ci metta un freno.

Fortuna


























C'è chi vola e chi si nasconde sotto un tappeto.
Quando Fabrizio volle sapere il senso di quella scena gli fu detto: - Non ti preoccupare è normale che sia così, tu pensi sempre che il mondo ragioni come ragioni tu, ma non è così. Il mondo non sei tu. -
- Per fortuna - ha aggiunto lui.

lunedì 12 maggio 2008

Le parole



















Non mi sono spaventato ma
qui sparisce la mia sicurezza.
Che razza di dita sono queste che non mi sanno toccare?
Sono ancora le tue dita? O sono io adesso che provo a darmi piacere?
Eppure c'era un tempo che vivevano per me,
un tempo in cui amavo sentire il clic sommesso del gancetto del reggiseno.
Ancora una volta le parole si sostituiscono alle azioni.

Fiori selvatici




















I suoi occhi mi guardano e sono fiori selvatici.
La pienezza prima dell'amore,
la stupita rilassatezza del dopo.
Non mi serve altro.
Perchè non provare gioia allora?
Non mi pare giusto dovermi giustificare su quel che è successo stamattina.
Avvisatemi voi nel caso in cui si spegnessero le luci ed io rimanessi al buio.

domenica 11 maggio 2008

Amore che stanotte non c'è












Guardo una luna caramella al limone scomparire.
Ho voglia di fare l'amore stasera, ho voglia di dire sempre - sì -.
Voglio godere senza ansie, senza aver paura di sbagliare .
Non mi riconoscerò quasi.
Sarà tutto buio, ma ci sarà il fulgore di tante parole "vere di notte e false di giorno".

sabato 10 maggio 2008

Abbastanza per avere le lacrime agli occhi




















No fue exatamente una sorpresa.
Gracias. Lo siento.

Ella tiene una pequeña barriga clara.
Passar el dedo entre la ingle y el ombligo como en la arena, como para buscar el momento justo,
el deseo improviso de aceptarse.
No pienses demasiado, no vale la pena.
Con gana de desnudar sus piernas y sentirlas mias.
Cansados, con sueños, consabidores.
¿ Cuál era nuestra idea principal?
Hubiera sido una doble vida.
Cuanto más es correcto el amante, más es perverso el amor.
Intentar es conceder un deseo que aún no conozco.
Dar forma y peso al deseo
Gozar del momento en el que miro sus ojos cerrados.
Justo porque lo sabia , la miré.
El rechazo es una arma que no tengo, lo entendí.
La infinita extrañeza de las bocas. Sensual, como tán sensual, excitante, era pensar en la amenaza de todos los problemas que hubieran podido pasarnos.
Era como hacerlo por carta, sin mirarse, sin saber si el otro sonrie o tiene la boca cerrada.
Porque el sentido del error está en la boca, las manos se paran antes, plegadas ellas también como sobre una pequeña herida.
Hay veneno entre las piernas, pero se entiende después.
Al principio nos encontramos de lado, como por sensación, porque es algo que se conoce.
Ella me amaba volviendome debil.
Un brazo al cuello, una voz, ninguna palabra.
La fantasía sabe adaptarse al silencio.
Las manos se tocan como para buscar una segnal, entre el orden y el desorden de las cosas.
Un abuso de recuerdos, como un abuso de juegos, un abuso.
Percebo mi prisa.
Me cubre su boca.
Un calor antes dulce luego más fuerte.
En rodillas entre sus piernas. Movimento que conozco. Mi cabeza, para que ella no mire a mis ojos, sus manos alrededor de mi cuello, hasta empujarme dentro de ella.
Respira a hondo. ¿ es un beso, o ya estamos haciendo el amor?
La saboreo en la boca, clara como algo que siempre he querido.
Quizás hubiera sido mejor empezar desde su seno, no debería quitar mis manos de su cuerpo.
En cambio mi boca está en su instinto.
Vee lo que quiere, continúa a buscarla con la boca, es la obsesión de todo lo que le dije.
Mi boca es un libro, son mil palabras a las cuales no esta preparada, mi lengua como una espina, un lento conocimiento antes de comernos el uno al otro.
Su boca sofoca la mia, pero su boca no tiene lengua, no tiene dientes, la suya no es una boca. Tenía que levantarme. Mis cuatro dedos encima de los labios, luego las piernas, hasta su barriga.
Me ayudaba. Su seno era como una maleza robusta que me llevaría en la cara. Sus manos acurrucadas sobre mi, como para no dejarlo, como para sentir cada mi cambiamento, cada diferencia.
Ella puede destruirme en qualquier momento, basta que lo quiera, basta que entienda la manera.
Crea y destruye sin parar de tocar. Chupo la parte mejor de su seno. A lo mejor, dentro de ella tengo la posibilidad de ser sincero. Ella no podia creerlo que sería todo tan facil. Ninguna fiebre impedía de seguir adelante, antes nuestros cuerpos se movían. Pero luego la gana nos ha plegado, encorvado el busto, nos ha entrenzado el adbomen.
Ya no quiero tocarte, ya no quiero tocar nada. Ya no sirve a nada. Me lo he pensado, tu ya te lo pensaste mucho.
Mi cuerpo sobre ella, sin el peso de muchas, demasiadas mentiras. Era la reacción exacta y contraria a lo que durante muchos años nos habíamos dicho.
En este momento ella ya no es la amiga, en este momento voy subiendo y bajando encima de su cuerpo. Un beso, dos , tres, cada vez más largos, luego más breves pero en el cuello, en el seno, un escalofrío de una breve libertad.
Gemió como si se estaba corriendo.
El escalofrío era para sentir la gana, no para correrse, sino para demostrar que lo quería hacer.
Levanté sus piernas, veía todo de ella.
Era un dia como otro, un dia pasado en la playa, solo eso. Estaba exitado, nos ayutábamos con las manos. Era una niña, yo era una niña, una chica que jadeaba sin aliento.
Yo era una muñeca en mis mismas manos.
Tumbados en la cama, estabamos inconscientes, uno al lado del otro, nos lamíamos, porque abrazarnos era bonito, pero algo todavía tenía que pasar.
Ahora los ojos estaban abiertos.
Ella sobre mi. El miedo de lo que podría pasar, era el amor de nuestro amor.
Un movimiento rítmico, como cuerpos en cárcel. El cuerpo estaba nervioso, me quedé dentro de ella. Tenía que pasar, lo queríamos.
Hablaba con voz baja, como si hubieran podido escucharnos, seguía moviendose.
Quería correrme con ella. Muy facil.
Nos amábamos como dos lesbianas. Controlábamos la violencia de nuestros cuerpos.
Me gustaba tener este papel, después de una pausa un nuevo ataco. Era como si nuestras caras lo quisieran. Bonito, loco, peligroso, el si de quien está para correrse, y que te está haciendo correr.
No se podía volver atrás.
Follar en el momento mismo del orgasmo es pasividad. Por poco tiempo conseguí no correrme.
Toqué su cuerpo, nunca había dejado de hacerlo.
Sudor. El sudor de cuando el contacto ha sido total. Me agredí la boca, la última vez, el último movimiento, el último empuje. Ella quería entender.
Nos corríamos juntos, como si fuera una cosa normal.
Parecía no acordarse de mi, era como si nadie la hubiese parado, era como si hubiesemos sentido todo, hasta el final, aquel largo silencio, diferente de lo que ya habíamos probado hace tiempo. Jadear era la prueba de lo que hicimos. Una mueca, una sonrisa, la seguridad de que volveríamos a pensar en eso.
Así paso y desapareció todo, todo exepto una cosa: la posibilidad de estropear el todo, esto también, para vivir como condenados.
Tendría mucha gana de hacerlo otra vez, de contarlo otra vez, y hacerlo mejor.
O más la gana de decir que ha sido importante, nonostante el tiempo pasado, no consigo pensar en manera diferente: la amo.
Ha sido bonito, bonito como hacerlo por primera vez, sabiendo que hacer.
Aún hoy estoy convencido de que ciertas cosas , occurren porque termínan por ser las más obvias, o por lo menos así parece. Por eso hemos esperado tanto tiempo. Pero recuerdo perfectamente nuestros ojos. Me imagino las cosas que ya no están y pienso en que ya no hay nada, nada que me separe de ella verdaderamente. Nada , salvo el tiempo, sus miedos, o bien ella.

venerdì 9 maggio 2008

Vincenzo...io






















Momentaneamente inadatto ad ogni tipo di pensiero.
Sono come sabbia bagnata...