venerdì 14 marzo 2008

Una casa che non è stata ancora abitata



















E' vero un blog è un luogo pubblico che si affaccia sul privato, è un giardino che ha una recinzione così bassa che non serve neanche scavalcare per entrarci con facilità. Il blog è uno specchio che deforma, è "io penso che abbia voluto dire questo", è una poesia continua. Nella mia vita, in questi 32 anni di vita, la maggior parte dei problemi e delle soddisfazioni io le ho avute con quello che ho scritto.
Quante litigate e quante persone mi hanno trovato interessante, dolce, curioso, stupido grazie alla mia scrittura.
Delle volte è deprimente vedere come le persone non capiscano che quando uno scrive non sempre scrive di sè, ma è ancora più deprimente quando questo equivoco nasce da chi ti conosce bene, fin troppo bene.
Mi sento solo adesso, perchè anche chi avrebbe dovuto conoscermi bene, mi ha lasciato solo interpretando in maniera oscurantista le mie parole. Ha gettato il sasso ed è andato via, lasciandomi con una tristezza addosso difficile da ingoiare.
E' vero, più volte in questi mesi mi son lamentato di qualcosa. Prima il lavoro, poi l'umore, poi altro. Questa volta, però, è diverso. Mi sento deluso. Ho una immagine in testa, quella di una casa che non è ancora stata abitata.

My way




















Parto alle 13 e 42
Giubbotto blu, jeans, scarpe da ginnastica e zaino da piccolo viaggio.
Nello zaino avrò: due libri (alice munro e massimo carlotto), i -pod, biancheria di ricambio, spazzolino, shampoo, una camicia celeste e una bianca, e due maglioni. Ombrello, cioccolata, coca cola, penna, fogli bianchi, occhiali da sole, un quotidiano spiegazzato, due mele.
Torno lunedì all'alba...

Prima di andare via


















Dico - Ti amo -
mi risponde - anch'io -
non c'è nulla di peggio!

Essere arrivato a questo punto in una sola frase.
del resto non ho mai saputo quando smettere.

mercoledì 12 marzo 2008

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Oggi sono proprio incazzato.
...e mai che mi sia venuto in mente di essere più ubriaco, molto più ubriaco di voi.

martedì 11 marzo 2008

poesia scritta a mano


















Dormiva Vincenzo inquieto presso Vincenzo sorridente.
Imperturbata si versa l'acqua del sogno,
è la stella della notte quella che fugge più velocemente.

Io non penso di avere grandi pretese,
per questo mi lascio libera la vista stasera,
solo per ritrovare l'orlo del pensiero, per sorprendere ancora una volta il desiderio capovolto sulle tue labbra,
l'amore o più semplicemente il respiro della sera.

Vorrei saperti con me per poi,
come prova d'amore,
lasciarti andare via,
starei senza di te per poi ancora una volta farmi vivo
e a te sembrare così ancora più vicino.

Sono un uomo goloso, goloso ma lento
e allora prolungo l'indugio,
lo sdegno di cercar negli altri la pena del mio stesso male.

E' vero, io ho un cuore vanesio,
ho occhi gelosi rivolte al primo amore.

Fuori dal Limbo non ci son più le grandi stelle,
mi sorprende l'addio,
perduto fra le mani a scacciar l'amore con la poesia.

lunedì 10 marzo 2008

...direbbe Fabrizio























Bari oggi aveva un sole cattivo. Era rabbioso fra le nuvole, sembrava rispondere a qualcosa, a qualche domanda imprecisata fatta da non so chi e perchè.
Fabrizio ascolta Damien Rice, 9 crimes, ha una giacca di velluto marrone, jeans larghi e un maglione blu. Fabrizio cammina sempre troppo velocemente. Venerdì partirà e si porterà il suo grosso zaino pieno di maglioni, libri e biancheria. Fabrizio quando parte non ha mai tante valige con sè.

Vivere a Tours gli ha insegnato la filosofia della libertà, che consiste nel rendersi conto che una scelta fatta oggi, si proietta all'indietro e cambia le percezioni passate, proprio come un amore finito, direbbe Fabrizio ora.

domenica 9 marzo 2008

Una scritta sul muro




















Fabrizio apre la finestra e scrive sul muro con un pennarello blu:
Amami, perchè l'amore non esiste ed io in questi anni ho già provato tutto quello che esiste.

Riflessioni da sabato notte
























L'amore ormai sfugge alla possibilità, è il pensiero seducente ed è per questo che attrae, per il suo senso muto, per l'intimità che rende lontani l'uno all'altro.
Piccoli grandi tradimenti, l'equivoco, per tenerci sempre più lontani.
L'amata non è una volontà, è l'infanzia che non ha ancora la consistenza e la neutralità della persona.
Io voglio il viso che sorride dietro il riso della sua prima espressione, voglio il tuo "men che nulla", dell'acqua la polvere, voglio della mia bocca tutta la mia vera voluttà.
Io son così e quel che mi eccita son le proiezioni, è il corpo in situazione, mani che sanno avanzare.
Perché io non ho mai visto coperture e quel che mi piace è solo un viso a cui prestar attenzioni. Vedi, questo è il momento della notte, questa è l'ora delle storie raccontate.

...QUESTO E' L'AMORE...


...un quadro, una poesia, una oplà da sipario.
La sensualità gesticola, non parla. Il silenzio stesso è erotico, è la l'accidentalità dei movimenti.
Ricorda: non si parte dalle cose semplici per arrivare all'amore, per diventare interessanti.
Dall’amore si comincia, solo di qui si raggiunge la semplicità:


IL RICORDO, LA MALINCONIA " DEL POTERLO ANCHE SCOPRIRE".

innocente

Ilaria lo sa come non farmi dormire.
E’ di gente questa notte, notte cieca di luna e te.
L’ombra di un sogno: due volte irreale, due volte inconsistente.
Ci sono parole perfette per fare l’amore:
il tempo degli altri,
il passo poco innocente.