sabato 20 ottobre 2007

Leggerezza














Cos'è che vi fa pensare alla leggerezza, quale immagine, quali parole?

giovedì 18 ottobre 2007

...che somiglia ad un sorriso




























Amo quello sguardo lungo
che sfiora le cose e ad esse si rifiuta.
Vorrei per me la passione
di chi come te
constente solo per istinto
alla propria ragione.
Mi piacerebbe ritrovar in qualche mia gioia o immagine
quel tuo volto che somiglia ad un sorriso.

martedì 16 ottobre 2007

La soggettività





















Così è, se vi pare” è il titolo di una tipica commedia pirandelliana, una commedia costruita sui doppi sensi, sugli equivoci, sulla soggettività e sui punti di vista. E’ anche, però, una splendida trovata linguistica, un modo originale per dare il senso della vita. Niente è oggetto, tutto è soggettivo. Non esiste un uomo o una donna bella in assoluto, “tutto dipende”, dipende da noi, dal momento in cui si vive, dalla particolare situazione in cui ci si trova.

Prendiamo l’affermazione del Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, la dichiarazione in cui diceva che le tasse sono “una cosa bellissima”. Quanti si sentono di condividerla senza se e senza ma? Non moltissimi forse, eppure anche in questa occasione si potrebbe dire “dipende”.

Il Ministro ha ribaltato il senso comune.

L’Italia è il paese delle troppe tasse, l’Italia è il paese in cui si chiede senza dare. E’ vero in Italia abbiamo una tassazione alta, ma alta in base ai servizi che lo stato mette a disposizione di tutti i cittadini, da nord a sud, passando per le isole.

Non è questa la sede per ricordare che l’Italia è anche il paese con la maggior incidenza sull’economia del lavoro nero, del sommerso, dell’evasione fiscale. Se tutto fosse in regola, se tutti pagassero le tasse, se tutti esigessero la ricevuta fiscale, lo scontrino, la fattura invece di chiudere un occhio, magari in cambio di una riduzione della parcella o di uno sconticino sul maglione, se questo “sistema” sparisse da un giorno all’altro scenderebbe anche il carico fiscale su ognuno di noi.

Le tasse sono troppe allora? “Dipende”. In paesi come la Francia e la Germania le tasse sono molto più alte, il problema è che poi queste nazioni usufruiscono di servizi almeno doppi dei nostri, specie noi del sud Italia. Quindi “dipende”.

Le tasse alte dipendono dal fatto che non tutti le pagano, ma tutti usufruiscono dei servizi, perché dobbiamo ricordarci che grazie alle tasse in Italia abbiamo ancora un sistema ospedaliero, che nonostante buchi e lacune macroscopiche permette a tutti di avere delle cure primarie e non solo. Grazie alle tasse tutti noi siamo andati a scuola, grazie alle tasse abbiamo le nostre città illuminate ed altre cose ancora.

“Le tesse sono bellissime” ha detto il Ministro, è vero, le tasse, quando sono giuste e le pagano tutti sono sacrosante come ha detto anche il Papa. Le tasse applicate con rigore sono un segno di democrazia. Tutti pagano per quello che possiedono. Come sarebbe bello se questo avvenisse per davvero, come sarebbero meno pesanti per tutti le tasse (tranne che per quelli che non le hanno mai pagate). “Dipende”, dipende anche in questo caso, dipende dai punti di vista.

Rimaniamo alle dichiarazione di Padoa Schioppa. Qualche giorno prima aveva definito “bamboccioni” i trentenni italiani, incapaci, a suo dire, di recidere il cordone ombelicale con la famiglia. E’ un’immagine che rispecchia quella del paese reale? S’, forse, o almeno “dipende”. Dipende dalle situazioni, dipende se si vuole fare di tutta l’erba un fascio, dipende se ci si vuol dimenticare delle cause, dei motivi per cui i giovani italiani spesso a trentenni si ritrovano ancora senza una casa. Non è sempre una scelta quella di rimanere con mamma e papà, spesso è una necessità. Ma il ministro questo lo sapeva benissimo, vero? Certo, si , o almeno “dipende”.

Si è parlato tanto dei giovani e delle loro difficoltà economiche e sociali. Il Ministro ha finito per sparare sulla croce rossa, forse con troppa sufficienza, anche in questo caso, senza fermarsi a considerare il particolare momento storico in cui si sta vivendo.

C’è una lezione, allora, che il Ministro Padoa Schioppa potrebbe far sua dopo queste sue dichiarazioni? Tutto dipende, non ci sono leggi, ricette miracolose, così come non ci sono verità assolute.

Strano destino imparare qualcosa dalle proprie parole, per un uomo, il Ministro dell’economia italiana, che proviene da istituzioni fredde e razionali, che fondano tutto sull’oggettività dei numeri. Strano destino quello di imparare che l’oggettività non esiste neanche nei numeri, così come nelle parole, strano destino eppure un segno inequivocabile dei tempi. “Dipende”, la parola da dire quando ci ritroveremo a pagare le prossime tasse. “Dipende”, la parola da dire, la parola da pensare per essere veramente democratici.

lunedì 15 ottobre 2007

...i tuoi occhi





















Amo il nerore affanno dei tuoi occhi,
il piccolo acquilegio,
amo la malinconia che vi scorre sopra,
il sorriso a cui ogni bacio trema.
Di amore non tuo si vince la speranza,
il tuo pianto non trattenuto,
il nero affanno dei tuoi occhi,
quell’ombra improvvisa che grida a sera,
che s’inebria
e nel cielo s’assomiglia.

domenica 14 ottobre 2007

Don Chisciotte prima di chiudere gli occhi e scrivere ancora


























La gioia degli occhi, le immagini senza perché, le carezze lasciate cadere
sulle cose che passano e ritornano senza che ce se ne accorga, l'odore,
nascosto ma forte, di tutti, di tutti-tutti i baci dati a metà.

E' una lettera di memorie questa, ma non ci sono veri ricordi, è fatta di
cose appena viste, è fatta di passione

E' una vera storia d'amore, ma l'unicità dell'amore non è mai protagonista.
E' un "non volersi perdere", che esce dalla penna senza saperlo, senza voler
toglierti serenità.

Mi muovo a tentoni, ma non sai quanto sia bello veder saltare insieme l'ordigno
ed i suoi artificieri, non sai quanto sia bello entrare nei tuoi occhi per
piangere insieme, non sai quanto sia bello dirti ancora ti amo.

Fate piano e i giorni passeranno per dimenticare il dolore. Questo diceva
mia nonna.

Ed io, lo sai, amo l'allegria non fatta di chiasso, tenuta così a gioco, a
gioco come si è sempre vissuta, come si vivono i nostri silenzi pieni
d'amore.

Perché poi, in certi momenti, il senso di essere è così sfilacciato, che
distogliere il capo basterebbe per scendere senza urto e non darsi più.

E invece, tenacia del giorno dopo! tenacia del nostro amore, di quell'amore
che prima di noi non c'è mai stato.

E allora eccoci ancora qui a far raccolta di parole, a ribaltare le parole
come fossero amori. E l'amore, lo sai, è un velo che sta per avvolgerci in
un caldo abbraccio per sempre, l'amore è niente, niente da catturare e
stringere come una lucciola nella mano.

Non ci riesce chi vuole, ci riesce chi sogna.

E allora, te l'ho già detto, fatti stupire, fatti portare al punto che crea
problemi, perché gli amori ti cambiano, ma poi non è vero, perchè sei tu che
cambi loro.

Ingrombanti alcuni, labili altri come la schiuma di una poesia, minuti come
il loro stesso amore.

E' inutile, lo so, ma ho pensato tante volte a come sei, al tuo amore
ostinatamente rimosso, rimosso ma non vinto, il tempo sempre uguale dei
convalescenti. Sei andata via, capisco quel che vuoi, ma continuiamo a
sbagliare stando lontani.

Sì, è vero, io e te possiamo anche stare in silenzio, ma quanto tempo
sprecato, quante paure così.

Io cerco ancora di fermare la vita, di rintuzzarla, di scriverla. Che
idiota!

Dovrei imparare ad interrompermi, abituarmi a non batter ciglio, a saper
aspettare.

Te li ricordi i trasferelli di quando eravamo bambini? Bene delle volte mi
sento così, come una figurina, una maschera colorata con colori scombinati,
che può anche essere spostata, messa in altri posti, ma che dietro, poi, non
ha nulla, nulla che gli cambi la vita.

Come per amore, così, un'anziana che a chiesa vuota continua a sborbottare
senza accorgersi che la messa è finita, come chi si alza e reclama la moneta
che rotola, una moneta già rincorsa da altri.

Ecco allora, fingersi di aver dimenticato e ricordare, discrepanza fra sogno
e realtà....mentre io voglio solo amare te.

Dolore è quando si ama sogno e realtà che si escludono a vicenda.

Felicità è riuscire a convivere, tragedia quando non sappiamo più a cosa dar
ragione.

Ed io ho amato Dulcinea, l'ho amata ed l'ho sognata così come è lei.

Mi ha distratto dal vuoto, l'ho amata addossandomi al muro per non
vacillare.

Le cose son andate così, non ci si può far più nulla.

Amami, vienimi a cercare per non creder di avermi solo sognato.

Io non voglio che tu sia felice, perchè le persone felici son quelle che
pensano meno, son quelle che si accontentano. Sii sempre contro, grida
forte, perché, nonostante non sia lì a tenerti la mano sul muo cuore, sei
bella, bella come la rabbia, bella come tutto il pane caldo che mangiavo da
bambino, e allora continua, ti prego, continua ad innamorarti, ad
innamorarti così, così senza pensare, così senza ragione...continua ad
amarmi e a volermi amare

l'ho vista di spalle che partiva


















Dimmi a cosa pensi, dimmi a cosa stai pensando ora