
Cos'è che vi fa pensare alla leggerezza, quale immagine, quali parole?
...mille parole di chiassosa bellezza...un gioco, una provocazione, una sfida, una comunicazione sì ellittica, ma più veloce e sempre in movimento. Laurea,Dottorato di ricerca, specializzazione e poi? E poi siamo pronti per giocare, per scriverci addosso, per non prenderci mai sul serio. Si parva licet!
“Così è, se vi pare” è il titolo di una tipica commedia pirandelliana, una commedia costruita sui doppi sensi, sugli equivoci, sulla soggettività e sui punti di vista. E’ anche, però, una splendida trovata linguistica, un modo originale per dare il senso della vita. Niente è oggetto, tutto è soggettivo. Non esiste un uomo o una donna bella in assoluto, “tutto dipende”, dipende da noi, dal momento in cui si vive, dalla particolare situazione in cui ci si trova.
Prendiamo l’affermazione del Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, la dichiarazione in cui diceva che le tasse sono “una cosa bellissima”. Quanti si sentono di condividerla senza se e senza ma? Non moltissimi forse, eppure anche in questa occasione si potrebbe dire “dipende”.
Il Ministro ha ribaltato il senso comune.
L’Italia è il paese delle troppe tasse, l’Italia è il paese in cui si chiede senza dare. E’ vero in Italia abbiamo una tassazione alta, ma alta in base ai servizi che lo stato mette a disposizione di tutti i cittadini, da nord a sud, passando per le isole.
Non è questa la sede per ricordare che l’Italia è anche il paese con la maggior incidenza sull’economia del lavoro nero, del sommerso, dell’evasione fiscale. Se tutto fosse in regola, se tutti pagassero le tasse, se tutti esigessero la ricevuta fiscale, lo scontrino, la fattura invece di chiudere un occhio, magari in cambio di una riduzione della parcella o di uno sconticino sul maglione, se questo “sistema” sparisse da un giorno all’altro scenderebbe anche il carico fiscale su ognuno di noi.
Le tasse sono troppe allora? “Dipende”. In paesi come
Le tasse alte dipendono dal fatto che non tutti le pagano, ma tutti usufruiscono dei servizi, perché dobbiamo ricordarci che grazie alle tasse in Italia abbiamo ancora un sistema ospedaliero, che nonostante buchi e lacune macroscopiche permette a tutti di avere delle cure primarie e non solo. Grazie alle tasse tutti noi siamo andati a scuola, grazie alle tasse abbiamo le nostre città illuminate ed altre cose ancora.
“Le tesse sono bellissime” ha detto il Ministro, è vero, le tasse, quando sono giuste e le pagano tutti sono sacrosante come ha detto anche il Papa. Le tasse applicate con rigore sono un segno di democrazia. Tutti pagano per quello che possiedono. Come sarebbe bello se questo avvenisse per davvero, come sarebbero meno pesanti per tutti le tasse (tranne che per quelli che non le hanno mai pagate). “Dipende”, dipende anche in questo caso, dipende dai punti di vista.
Rimaniamo alle dichiarazione di Padoa Schioppa. Qualche giorno prima aveva definito “bamboccioni” i trentenni italiani, incapaci, a suo dire, di recidere il cordone ombelicale con la famiglia. E’ un’immagine che rispecchia quella del paese reale? S’, forse, o almeno “dipende”. Dipende dalle situazioni, dipende se si vuole fare di tutta l’erba un fascio, dipende se ci si vuol dimenticare delle cause, dei motivi per cui i giovani italiani spesso a trentenni si ritrovano ancora senza una casa. Non è sempre una scelta quella di rimanere con mamma e papà, spesso è una necessità. Ma il ministro questo lo sapeva benissimo, vero? Certo, si , o almeno “dipende”.
Si è parlato tanto dei giovani e delle loro difficoltà economiche e sociali. Il Ministro ha finito per sparare sulla croce rossa, forse con troppa sufficienza, anche in questo caso, senza fermarsi a considerare il particolare momento storico in cui si sta vivendo.
C’è una lezione, allora, che il Ministro Padoa Schioppa potrebbe far sua dopo queste sue dichiarazioni? Tutto dipende, non ci sono leggi, ricette miracolose, così come non ci sono verità assolute.
Strano destino imparare qualcosa dalle proprie parole, per un uomo, il Ministro dell’economia italiana, che proviene da istituzioni fredde e razionali, che fondano tutto sull’oggettività dei numeri. Strano destino quello di imparare che l’oggettività non esiste neanche nei numeri, così come nelle parole, strano destino eppure un segno inequivocabile dei tempi. “Dipende”, la parola da dire quando ci ritroveremo a pagare le prossime tasse. “Dipende”, la parola da dire, la parola da pensare per essere veramente democratici.