domenica 14 ottobre 2007

Don Chisciotte prima di chiudere gli occhi e scrivere ancora


























La gioia degli occhi, le immagini senza perché, le carezze lasciate cadere
sulle cose che passano e ritornano senza che ce se ne accorga, l'odore,
nascosto ma forte, di tutti, di tutti-tutti i baci dati a metà.

E' una lettera di memorie questa, ma non ci sono veri ricordi, è fatta di
cose appena viste, è fatta di passione

E' una vera storia d'amore, ma l'unicità dell'amore non è mai protagonista.
E' un "non volersi perdere", che esce dalla penna senza saperlo, senza voler
toglierti serenità.

Mi muovo a tentoni, ma non sai quanto sia bello veder saltare insieme l'ordigno
ed i suoi artificieri, non sai quanto sia bello entrare nei tuoi occhi per
piangere insieme, non sai quanto sia bello dirti ancora ti amo.

Fate piano e i giorni passeranno per dimenticare il dolore. Questo diceva
mia nonna.

Ed io, lo sai, amo l'allegria non fatta di chiasso, tenuta così a gioco, a
gioco come si è sempre vissuta, come si vivono i nostri silenzi pieni
d'amore.

Perché poi, in certi momenti, il senso di essere è così sfilacciato, che
distogliere il capo basterebbe per scendere senza urto e non darsi più.

E invece, tenacia del giorno dopo! tenacia del nostro amore, di quell'amore
che prima di noi non c'è mai stato.

E allora eccoci ancora qui a far raccolta di parole, a ribaltare le parole
come fossero amori. E l'amore, lo sai, è un velo che sta per avvolgerci in
un caldo abbraccio per sempre, l'amore è niente, niente da catturare e
stringere come una lucciola nella mano.

Non ci riesce chi vuole, ci riesce chi sogna.

E allora, te l'ho già detto, fatti stupire, fatti portare al punto che crea
problemi, perché gli amori ti cambiano, ma poi non è vero, perchè sei tu che
cambi loro.

Ingrombanti alcuni, labili altri come la schiuma di una poesia, minuti come
il loro stesso amore.

E' inutile, lo so, ma ho pensato tante volte a come sei, al tuo amore
ostinatamente rimosso, rimosso ma non vinto, il tempo sempre uguale dei
convalescenti. Sei andata via, capisco quel che vuoi, ma continuiamo a
sbagliare stando lontani.

Sì, è vero, io e te possiamo anche stare in silenzio, ma quanto tempo
sprecato, quante paure così.

Io cerco ancora di fermare la vita, di rintuzzarla, di scriverla. Che
idiota!

Dovrei imparare ad interrompermi, abituarmi a non batter ciglio, a saper
aspettare.

Te li ricordi i trasferelli di quando eravamo bambini? Bene delle volte mi
sento così, come una figurina, una maschera colorata con colori scombinati,
che può anche essere spostata, messa in altri posti, ma che dietro, poi, non
ha nulla, nulla che gli cambi la vita.

Come per amore, così, un'anziana che a chiesa vuota continua a sborbottare
senza accorgersi che la messa è finita, come chi si alza e reclama la moneta
che rotola, una moneta già rincorsa da altri.

Ecco allora, fingersi di aver dimenticato e ricordare, discrepanza fra sogno
e realtà....mentre io voglio solo amare te.

Dolore è quando si ama sogno e realtà che si escludono a vicenda.

Felicità è riuscire a convivere, tragedia quando non sappiamo più a cosa dar
ragione.

Ed io ho amato Dulcinea, l'ho amata ed l'ho sognata così come è lei.

Mi ha distratto dal vuoto, l'ho amata addossandomi al muro per non
vacillare.

Le cose son andate così, non ci si può far più nulla.

Amami, vienimi a cercare per non creder di avermi solo sognato.

Io non voglio che tu sia felice, perchè le persone felici son quelle che
pensano meno, son quelle che si accontentano. Sii sempre contro, grida
forte, perché, nonostante non sia lì a tenerti la mano sul muo cuore, sei
bella, bella come la rabbia, bella come tutto il pane caldo che mangiavo da
bambino, e allora continua, ti prego, continua ad innamorarti, ad
innamorarti così, così senza pensare, così senza ragione...continua ad
amarmi e a volermi amare

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