venerdì 15 febbraio 2008

Cosa ci sarà stato scritto in quel messaggio che Fabrizio non ha letto?

















Perché usare la fantasia se non si può fare a meno della realtà?
Questa sera mangeremo tutto quello che avanza.
Non lasciate niente, solo così avrete anche il dolce.


Fabrizio accese la luce e subito la spense.
Una settimana prima mentre beveva un tè a casa di una amica questa gli aveva detto che ogni rito contiene sia il proprio premio che il proprio contrario.
- Anche l'hashish? - aveva risposto lui
Prese una manciata di patatine e se le infilò velocemente in bocca.
Chiuse gli occhi e le sentì frantumarsi fra i miei denti, dietro la sualingua.
Recitiamo tutti la stessa parte.
Lui che fingeva disinteresse per la cosa, lei che cercava del cartoncino da una confezione di camomilla per fare il filtro.

- Non ho fatto in tempo a leggere il biglietto che mi hai lasciato sul tavolo stanotte. - disse Fabrizio alla sua amica

giovedì 14 febbraio 2008

Poster

























Trovo questo disegno meraviglioso...io avrei messo delle nuvole al posto dei cuori, per il resto mi piace molto. E' un bellissimo poster.

...come chi non ci crede













“Vuoi venire al cinema con me? Ma prima vorrei mangiare una piazza”
Che silenzio in quel momento intorno a Fabrizio.
Non sono domande da farsi così. Una diciassettenne, forse diciottenne tra i sederi più belli di Bari chiede ad uno sconociuto di andare insieme al cinema, di cenare con lei, di sedersi accanto nel buio di una sala cinematografica facendo ridere gli invidiosi che si domandano malignamente se tu sia il fratello grande o l’amante.
“Come, scusa?”
Guardò Fabrizio quasi con pena; impossibile spiegarle che voleva dire si, ovviamente, andiamo subito dove vuoi tu.
“Si, volevo dire! Certo che si.. scusami.. dì qualcosa.. davvero, scusami..”
Alzò la testa piena di allegria:
“Ok! Ci vediamo fra un'ora qui” e uscì dal caffè.
Ci mancò poco che Fabrizio non le corresse dietro mentre un cameriere gli chiedeva se desiderava prendere altro.
Fui tentato di dargli fuoco, ma invece rimasi con la testa bassa come chi non ci crede.

Vederla di spalle...Fabrizio













...di quella ragazza voglio dire soltanto che aveva delle mani bellissime e delle scarpe rosse con dei calzini verde bottiglia. avevo un'aria rassicurante, ma nello stesso tempo estremamente sensuale. Capita, forse capita quando meno te l'aspetti di trovarti di fronte ragazze così, ragazze che ti fanno perdere la testa per una frase non detta.

L’ho rivista qualche giorno fa in un caffè del centro, era molto che non la incontravo; diciassette anni, fumava ad un tavolino leggendo una rivista di cinema. Non volevo avvicinarmi, troppo bella o troppo lontana da me, non so, sta di fatto che mi son seduto ad un tavolo che le dava le spalle. Potevo vederle i capelli neri e corti che le davano colore alla nuca, le sue dita lunghe, lo smalto bordeuax, i suoi gesti morbidi.
Ordinai una spremuta d'arancia. Ammetto oggi la mia invidia per qull’eleganza un po’ trasandata con cui si sfiorava le labbra fumando, mi eccitava vederla di spalle, saperla osservata, sognare lì, a pochi passi da lei, il calore del suo corpo.

..la ragazza si toccava di continuo i capelli, interrompendosi di colpo quando si accorgeva che qualcuno poteva guardarla. Non credo che mi avesse mai visto prima, io sì invece. Io sapevo chi era. Mi piaceva il suo modo di camminare, il suo portamento, il suo modo di vestirsi. Era spavaldo, ma elegante. aveva un suo stile, perchè unico era il suo corpo.


mercoledì 13 febbraio 2008

Non ci avevo ancora pensato





















Non pretendo più di aver ragione
se parlo di vestiti e di carezze
le braccia lungo i fianchi farò cadere
pregare no che non vorrei pregare
pregare no che non vorrei pregare.
Non vergognarsi della propria malinconia
è un compito penoso anzi uno strazio.
L'amore trasparente non so cosa sia
mi sei apparsa in sogno e non mi hai detto niente
mi sei apparsa in sogno e non hai fatto un passo.
Nemmeno un gesto nemmeno lasciamo andare
meglio di chi improvvisa a malincuore
meglio di chi improvvisa senza amare.
Sarà la vita che monta e poi riscende
tutto questo splendore trasparente
luce elettrica che dopo il buio sempre si accende
se abbiamo assolto tutti i sentimenti
dimenticato tutti i fuochi spenti.
Ma sono pazzo del mondo e sono pazzo di te
e sono pazzo del mondo questo è odio e amore
sono pazzo del mondo questo è odio e amore
anche per te.
Sarà il destino che splende e poi riscende
tutto questo rumore che si sente
acqua libera che sempre si spande.
L'amore trasparente non so cosa sia
mi sei apparsa in sogno e non mi hai detto niente
ti ho dormito accanto e mi hai lasciato andare
sarà anche il gioco della vita ma che dolore
sarà anche il gioco della vita ma che dolore

...Fabrizio...già Fabrizio, sempre lui, che cammina con le mani in tasca lungo corso Cavour, quella via alberata che a Bari si pronuncia Càvour, con l'accento sulla A e che è la strada del teatro Petruzzelli.
Fabrizio non è una persona triste nè rattristata. Fabrizio è una persona spesso fuori posto. NOn ha mai amato troppo quelli che van d'accordo con tutti, ha sempre diffidato da loro. Non ama i giudizi e quando capita anche lui di giudicare ci resta male e poi cerca sempre di farsi perdonare.
Bari oggi ha odore di ragù e varichina.
Una ragazza di 17 anni si avvicina Fabrizio e gli dice: "...ho ketto quello che hai scritto in questi mesi, sei un depresso!"
E Fabrizio alza la testa e le dice: "A questo non ci avevo pensato."

L'amore trasparente


























Voglio un sorriso ora, me lo faccio da solo ma non è sempre la stessa cosa. Sorrido ed è già bello...l'amore trasparente è una idea affascinante, anche se al mattino fa sempre male.

martedì 12 febbraio 2008

Caos calmo


























Non è un grande film. Adoro Moretti, mi piacciono le sue manie, i suoi sguardi insopportabili, le aperture improvvise quanto preparate dei suoi sorrisi, mi piace come regista, ma anche come attore perchè lo trovo stranamente familiare, però...però pur salvandolo...non sono riuscito a trovar bello questo film. Lo trovo così italiano, così melensamente inconcludente. L'ho visto sabato pomeriggio e all'uscita del film ho detto che mi era piaciuto poi...poi niente...è un film "appiccicato", pieno di scene inutili, magari girate e recitate anche bene, ma inutili secondo me.

Peccato. Avevo voglia di un bel film

lunedì 11 febbraio 2008

Quando una donna...




















Quando una donna ti dice che ti odia, generalmente si sta innamorando di te e la maniera per non farglielo pesare e far finta di niente, è passare per cretini.
E Fabrizio si sente un perfetto cretino mentre attraverso il corso pedonale di Bari con nelle orecchie una canzone di Bob Dylan.
Scanza gente che non si cura di lui, che non gli dicono niente neanche quando lui li urta con la sua camminata distratta, tanto deve sembrare cretino, evidentemente.

Analisi lessicale


























VOGLIO FARE L'AMORE
che vuol dire? Perchè non dire: "voglio fare sesso" oppure "voglio scopare"?

domenica 10 febbraio 2008

La vergogna



















La vergogna è uno specchio. Nel quale si riflettono le nostre ansie, i nostri pregiudizi, i nostri problemi più intimi. Più ancora e prima ancora della realtà reale. Basta guardare come camminiamo.

L’uomo ha paura di quello che non c’è, non di quello che c’è.

Eccolo spaventato di fronte all’ignoto, allo spirituale, al diverso, ad un nuovo sentimento.
Paradossi apparenti. Contraddizioni, ossimori culturali. Servono a rammentarci, una volta di più, che fra percezione e realtà c'è, spesso, dissociazione, opposizione. Soprattutto quando entrano in gioco entità come la paura, umori irrazionali che si saziano di razionalità, quando entra in gioco la vergogna.

La vergogna per qualcosa è spesso mossa non dall'esperienza, ma da emozioni. Maturate nel mondo sociale e di relazioni delle persone. Sollecitate da altri fattori: politici, istituzionali, mediatici. Esterni ai fenomeni in questione.

La paura della vergogna è una frustrazione di quanti si sentono in qualche modo esclusi.
Esclusi dal mercato del lavoro, nella gerarchia e nella mobilità sociale. Esclusi, dalle stanze del potere economico, professionale e culturale. Nasce, inoltre, dal disagio prodotto da periferie urbane degradate, che, in contrasto con il progetto di assimilazione, hanno prodotto segregazione: comunità a elevata concentrazione sotto sociale. Da ciò un paradosso: io mi vergogno di quello che mi piace di più.
D'altronde, l'inquietudine cresce, sensibilmente, fra le persone escluse dalle reti sociali, dai luoghi dell'impegno. Nelle piccole località isolate. Ma anche nelle periferie urbane. Un sentimento che riflette la solitudine dei cittadini globali nelle aree locali.

Per questo, senza esagerare si può dire che la vergogna sia un fenomeno importante, troppo importante per non essere manipolato. Ed è quello che sta accadendo negli ultimi anni.
Paura, immobilismo, allontanamento, chiusura. Elementi che si son insinuati nella nostra vita attraverso il tema della vergogna. Elementi a cui si è data sempre più importanza.

Perché quello che adesso è un problema nella storia è spesso stata un’occasione. Con la vergogna si son vinte guerre, evitate guerre, minacciate guerre. Con la vergogna si son avuti i più grandi cambiamenti pacifici della storia. Ora invece non si muove nulla. Questa paura crea immobilismo. La paura porta paura, porta nuova vergogna.

La vergogna dovrebbe servire in definitiva a far vivere meglio la gente, non a mettere il proprio segno sulla società, sulla collettività imponendo scelte di vita e comportamenti sociali.

Cos’è allora che non ha giudizio e cos’è che non ha vergogna? Domande retoriche che non prevedono risposta, solo domanda, come ogni buona domanda che si rispetti ognuno avrà la sua giusta risposta.

la palla che rotola



























La donna che dipinge non guarda mai la sua mano.
La mano che la rende presente, la mano per dire il patto che la stringe a sè.
Fabrizio, come hai potuto non pensare ad una cosa del genere?
La verità non deve essere perfetta.
Ci penserà domani al perchè ha voglia di ricordare.

Tu sei come un foglio bianco, una grande libertà, una grande paura.
Come una torta nuziale, un piano dopo l’altro.
Essenziale.
M
Io e te abbiamo una cosa in comune: non abbiamo mai chiesto di più di quello che avremmo potuto avere, mai di più di quello che c’è. Abbiamo fantasia, però.
Sappiamo di essere guardati, ma non riusciamo ancora ad abituarci.
So che leggerai tutto questo con avidità, con la passione di chi poi non vorrà rileggerlo una, due, cinque volte.
A Fabrizio è sempre piaciuto vedere arrivare la luce, quel che sa di te, credere che abbia ragione.
Non c’è bisogno che tu dica la verità, ne basta la metà o forse anche meno.
Vivere nel mondo disegnato, conoscere il tocco di qualcuno, come una palla di sabbia avvolta in se stessa, che rotola, che rotola fino all’acqua, diventando così sempre più grossa, fino a consumarsi.