sabato 3 marzo 2007

Borat

Un giornalista del Kazakhistan, Borat Sagdiyev, misogino, ma innamorato pazzo di Pamela Anderson, nonché antisemita dichiarato e capace di provare sentimenti estremi contro zingari, gay e senzatetto, entra in un negozio americano e chiede le armi più adatte per ammazzare ebrei. È una delle scene del film ferocemente satirico, una caustica parodia dell'era Bush e non soltanto.
Un bel film, diverso, aggressivo, delle volte anche gratuito e perciò volgare, ma comunque diverso in un panorama cinematografico sempre più addomesticato da idee già viste.

Saturno contro


un film di Ferzan Ozpetek con Stefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero.

Troppo banale il modo di affrontare certi argomenti...e poi perchè tutti insieme...pacs, eutanasia...genitori alle prese con una crisi di identità... figli trascurati, bambini con problemi di carenza di affetto che si buttano nel cibo,...omosessualità...troppe cose nello stesso film, un pastiche baroccheggiante di cui potevo fare a meno. Ambra però non è male, l'ho trovata sensuale.

venerdì 2 marzo 2007

C'è però qualcosa che non si dice ma si vuole...mentre ascolto "Maledetta primavera" di Loretta Goggi





















Dovrei essere in Francia, lo so, a Parigi, a vedere il festival di Sanremo via satellite mangiando mele rosse e bevendo coca cola al limone, proprio come l'anno scorso. Avevamo Parigi di fronte e noi facevamo l'alba a ridere e litigare su una canzone del festival.

Dovrei essere a letto con lei, dovrei vivere con lei, dovrei obbligarla a vanire a Milano con me.

Dovrei studiare, dovrei dormire, dovrei scrivere, tornare a scrivere poesie.

Dovrei impegnarmi di più, dovrei essere meno pigro, meno indolente, meno passionale quando diventa inutile.

Dovrei vivere con più distacco, con meno teatralità, senza tutti questi eccessi, senza tutte queste birichinate.

Dovrei avere il coraggio di far leggere quello che scrivo, di pubblicarlo, di uscire da questa mia nicchia di serie b.

Dovrei essere più cattivo, più cinico, dovrei essere meno di fantasia.

Stanotte di me si può fare senza.

mercoledì 28 febbraio 2007

L'amore...Dolores...e quello che si crede di lei




...“Cuante otras cosas sabe … cuentame” - mi chiese - … “Vengo da una piccola città del sud Italia … forse è anche quell’aria che ho respirato ad insegnarmi una sola cosa … <<>> … e che nella vita bisogna percorrere una strada e godere del cammino che si fa piuttosto che pensare ossessivamente alla meta … e oggi per me è stato bellissimo fare un pezzo di strada insieme a te a Buenos Aires … quante cose, anch’io, ho imparato da te stasera!”. “Yo emparè ad amar … sentia cosas que nunca mas habia sentido antes … y ahora yo sé que quiero preguntar a vos lo que tiene vos todavia in su cuerpo y su alma … que es lo que me hace sentir loca asì de vos” mi disse Dolores guardandomi negli occhi e stringendomi forte le mani … . Ma … io, che non sono certo Erasmo da Rotterdam, … io che non ho mai amato troppo quello che io stesso scrivevo, non seppi far altro che risponderle con un gesto semplice … baciare piano i suoi grandi occhi neri … e lei capì.

Diario di uno scandalo


E' un film cinico, inglese nei dialoghi e nelle atmosfere, anzi londinese.
A me è piaciuto, è piaciuto perchè è cinico, cattivo, come spesso la vecchiaia può essere. Solitamente il buonismo della nostra società ci porta a vedere giovanissimi e vecchi come angeli e martiri. Non è così e in questo film la vecchiaia vien fuori in tutta la sua cupezza, in tutta la sua crudele voglia di qualcosa.
E' una storia di passioni, di passione per la passione, come spesso è l'amore. Non c'è amore per qualcuno, ma per quello che questo qualcuno rappresenta, un topos della letteratura occidentale.
Un film di qualità e che quindi avrà vita breve sugli schermi.

il gusto del "TROPPO"





Oggi è una giornata strana... sento che mi manca qualcosa ma non ho ancora capito cosa.

Lo so, succede... delle volte... di svegliarsi con una specie di magone all'altezza del petto e so anche bene che questa sensazione, spesso, ce la si porta dietro per tutto il giorno (speriamo che questa volta vada via presto ), quello che trovo strano, però, è che pur non sapendo il motivo di questa nuova forma d'ansia, io, questa volta, so bene quando sia cominciata...ricordo il momento...il pensiero che mi ha fatto stare così.

Ed avevamo occhi troppo belli...che il sogno non ci sia di vergogna allora.

Mi riprendo il mio pensiero, allora, il pensiero di parole che temo di non sentire più, il contatto con qualcosa che non voglio perdere, la prospettiva di una nuova forma di "bello".

Non amo la parola "troppo", almeno non nell'accezione comune...invece mi si riempie gli occhi quando questo falso aggettivo viene usato per stringermi forte, per darmi l'idea di essere speciale.

domenica 25 febbraio 2007

Le sue mani




Anche quella notte la "karenina" che si era risvegliata in me percorse i cieli azzurri della libertà e dell’amore dell’agape, mi sentivo importante … la mia compagna mi aveva accompagnato in una scoperta per me inconcepibile prima di allora; … mi spiegò di non aver incontrato mai un uomo capace di accettare così fino in fondo la sua femminilità e il suo passato e che, anzi, lei pensava che quelle “cose” fossero …. da vergognarsi … da nascondere …. tali da creare situazioni di irrisione nei confronti della donna … che fossero l’emblema della sporcizia e l’espressione massima della debolezza femminile. “No, Dolores, non è così … lo è purtroppo nella nostra cultura … è proprio questo, invece, che fa di te donna e astro … tu mi piaci così, mi piaci per i tuoi rossori, per le voglie silenziose che mi prendono di nascosto”. Lei mi guardava... era quasi nuda... eravamo sul mio letto. Vedevo i due nei che aveva sulla pancia...avevo voglia delle sue mani su di me...mi piacevano le sue mani...aveva le dita lunghe, femminili...sapeva come muoverle. Non volevo perdere quel momento, quell'albra argentina, il ricordo di quel contatto...avevo ancora voglia di lei...volevo perdere il controllo...una cosa che mi era capitata solo con lei."