sabato 29 marzo 2008

Sassi contro la finestra






















Oggi mi sento svuotato e senza grandi stimoli.
Mi son chiuso fuori e non ho nemmeno tanta voglia di rientrare.
Al massimo posso provare a lanciare qualche sasso contro la finestra.

Mi son addormentato e ho anche sognato






















Evidentemente ieri doveva essere una notte normale, una notte come le altre e così è stata. Peccato.
E quindi se anche voi non siete riusciti a fare tutto ciò che speravate, un po' come me, perché a volte le parole non solo non servono a niente, ma sono addirittura dannose e se non vi è bastato dire - vabbè...forse è troppo tardi per darmi retta - e i gesti son rimasti solamente dei gesti perchè non sembra possibile che le cose possano andare proprio come volevate voi, allora...allora è così che avete iniziato a frugarvi in tasca e vi siete accorti di quello che c'era:
qualcosa che sembra strano ed impossibile da raccontare...una bellissima e dolce risata!

venerdì 28 marzo 2008

Una spillatrice per appuntarmi qualche ricordo


















- C'è chi ha scritto qualcosa su quel muro. -
- Cosa? -
- Non lo so, non sono mica così curiosa. -

Evaporato




























In questa storia io non ci sono.
Mi è venuta in mente tornando a casa oggi pomeriggio, quando ho visto un foglio di giornale volare via, sotto la spinta del vento.
Due signore camminavano parallelamente. Una spingeva un passeggino con dentro un neonato.
L'altra parlava con un tono di voce piuttosto alto.
- Che carino, a chi assomiglia? -
- Tutti dicono a mio figlio. - si è chinata sul bambino e gli ha dato un piccolo bacio sulla fronte.
- Ma suo figlio a chi assomiglia? -
- A me. - ha risposto la signora col passeggino.
Le ho osservate ancora per un po' prima di voltarmi e prendere un'altra strada.
Ma la prima cosa che ho fatto tornando a casa è sedermi al computer e scrivere questa storia. Ridiventare freddo e cinico. Ogni parola deve tornare al proprio posto, un posto che non assomiglia a nessun altro e che prima consideravo ancora vuoto, oppure no.

giovedì 27 marzo 2008

Perchè dovrei scegliere di vivere a Bari?




















Stasera non ho voglia di nessuno!

La vita continua ad andare avanti nonostante tutti gli sforzi di Fabrizio.
Ha mangiato la sua pizza, fra qualche ora andrà a letto e domani affronterà l'ansia che gli fa tanta paura.
Perchè vive ancora a Bari?
Perchè ama tutto ciò che è familiare. Ama far sempre la stessa strada per andare al lavoro, mangiare sempre la stessa pizza, ritrovarsi ogni volta sempre con le stesse parole da fronteggiare, ogni volta la stessa cosa.
Per Fabrizio Bari è come una pizza margherita. Da mangiare con gli amici,
conosciuta, semplice, non particolarmente stuzzicante.

Notte ad Arles



























"[...] Sto lavorando su sette tele e per ultimo a uno studio del Rodano, della città illuminata dai lampioni a gas riflessi nel fiume blu. In alto il cielo stellato con il Gran Carro, un luccichio di rosa e verde sul campo blu cobalto del cielo stellato, laddove le luci della città e i suoi crudeli riflessi sono oro rosso e verde bronzeo. [...]"

(Lettera 553b a suo fratello Theo Van Gogh)


Gli ospiti stasera chi sono?
Un macchina blu, due persone a bordo che non si conoscono, una città che lentamente si spegne, il mare che si vede solo dal mare.

Perchè, dove, fino a quando, ma soprattutto perché?
Non lo so, però so che in quella macchina mi sembrava di arrampicarmi su un albero con tanti rami. Era bellissimo.
Io prenderò quello giusto o quello che si spezza appena ti appendi?
Oppure resterò a guardare le stelle...com'erano la notte ad Arles?

mercoledì 26 marzo 2008

Dopo aver fatto l'amore...dialogo
























- A cosa pensi? -
Quando la persona con cui sto non mi dice a cosa sta pensando entro in confusione, mi sento impotente, mi sento solo.
- Penso alla prima persona che ho amato. -
Non dissi niente a quella risposta, continuai a guardare dall'altra parte.
Andava bene così.


"Gli amici ti deludono, la gente normale no. Sì, gli amici non possono comportarsi così. Perché io mica divento amico del primo che incontro. Io decido di volere bene, scelgo. E quando scelgo, è per sempre."

Marionette























Anche ridotti a bravi ragazzi, siamo sempre in grado di sognare.
La forza dell'abitudine in amore, l'allenamento a considerare normale quello che normale non è prolunga il silenzio.
Ci siamo creati alibi e doveri che anche quando un amore finisce continuano a farci male.
- anche per tanto tempo - ci piace con orgoglio rivendicare.

E ora mi rivolgo a chi sta leggendo questo post:
immaginatemi spegnere la luce e tornarmene a letto, anche se fuori è mattina, anche se fuori oggi è tornato il bel tempo.
Lascia perdere i commenti, ora fai finta che io sia come te in tutte le giornate passate ad osservare e ricorda l'effetto che fa.

martedì 25 marzo 2008

Ordinaria noncuranza











- Dai, vatti a prendere il lexotan. -
Ma come? Prima mi dici che mi vuoi aiutare, che non devo intossicarmi con queste cose e poi, annoiata dalla conversazione, mi infili in bocca tutta la mia insoddisfazione sotto forma di pastiglia ovale?

Stasera Fabrizio ha scopato, anzi si è fatto scopare da una donna molto più grande di lui.
Era stanca e bella, aveva i capelli lunghi e scopava senza parlare.
Fabrizio pensa a tutto questo mentre si alza dal letto.
Mentre scopavano Fabrizio pensava che gli sarebbe piaciuto venire sui suoi piedi, riempirle i piedi di sperma, vedere l'effetto che fa osservare un uomo, lui, in ginocchio di fronte ad una donna, lei, una donna immobile, con le gambe aperte, nuda, soddisfatta di quello che per fortuna è già stato e non dovrà continuare.
Ma questo non è accaduto perchè non è andata così. Lei ha goduto, Fabrizio no.
Le ha stretto con le labbra un capezzolo, le ha detto: - ti faccio male? - Fabrizio avrebbe voluto farle male, ma lei gli ha risposto di no ed ha continuato a tenere gli occhi aperti.

Dopo venti minuti insieme ad un bicchiere d'acqua tiepida Fabrizio ha preso il suo primo lexotan della settimana.

io non sono io























Tornato a Bari Fabrizio vorrebbe partire di nuovo.
Ieri sera ha sentito sua madre al telefono.
La madre di 63 anni gli ha detto che più di un terzo della sua vita non è stato bello.
Fabrizio si è lasciato sfuggire:- ma allora vale la pena vivere? -

Fino a giugno sarà un periodo pesantissimo.
Lavoro, esami, altro lavoro, altro stress da esame, paura per il futuro.
Ma Fabrizio ha tutta l'intenzione di farcela, o almeno di provarci.
Non tutto si potrà fare nel miglior modo possibile, ma questo era nelle previsioni iniziali.

Stasera patate al forno e frutta.
Poi studio. Senza vizi e illusioni autarchiche.

Un resoconto piatto, come questa giornata che tarda a finire.

domenica 23 marzo 2008

notte diviso notte


























All'epoca sembrava importante scrivere.
E poi è come se ci fosse stato un piccolo foro nella mia mente.
Anche se il tuo braccio è rimasto sulla mia spalla, so di aver perso il senso di quello che scrivevo.
Osservavo tutto senza dire niente.
In silenzio, credo, sono rimasto ad osservare l'acqua della pioggia, mentre quello con la penna continuava a scrivere