giovedì 11 giugno 2009

...il lanciatore di coltelli














Ogni tanto sembra che sia tutto diverso, che non abbia poi più tutto questo gran da fare in giorni così. Non riesco più a pensare a nulla ora.
Ogni tanto, o forse dovrei dire sempre, sogno di te, di quel tuo piccolo sorriso come se uno scultore innamorato ne avesse reso più dolce e tuo, fondamentalmente tuo, il contorno.
Ecco allora l'amore di tamburo e fanfara, di passione inerte e spirito beffardo, l'amore che possiede il suo giorno e il suo verso, il vano di ieri per il domani, il giovane vanesio e la gioia in veste di donna con scarpe marroni e capelli sciolti. Parlo di te comse se fossi ancora nuda qui accanto a me. Ti penso, ti immagino, ti sorrido.
Eppure mi manchi, eppure vorrei tanto correre da te ora!
Dimmi tu a quale compromesso ho ceduto per non sentir più la tua voce ora, per non essere ancora sul mio letto a fare l'amore con te!
L'amore è dramma, ma forse può essere ancheè nostalgia, è ipocondria della memoria, della memoria fisica, io invece so che per noi è anche altro,so che tu sai e so che conosci il mio pensare, io so che ci amiamo, ognuno a modo proprio, anche se non lo ammetermo mai nello stesso momento.
La mia è unipassione verso tutto di te, verso chi mi nega, negandomela, la voluttà infantile dell'innamorato. Ho letto tante storie per essere così, così tante da non ricordare più neanche i personaggi. Ma io non sono un personaggio, io ora ho dentro di me mille parole di chiassosa bellezza.
Amore, là dove tu non sei ti impaurisci, io ricordo e scrivo ancora di te!