venerdì 8 dicembre 2006

La scoperta in bianco e nero di una Fiorella a colori


Onda tropicale... il nuovo disco di Fiorella Mannoia.
Uscito in Italia il 20 Novembre, è un disco pieno di ombre e luci, di energie positive e forze contrarie, un lavoro ricco di raffinate musicalità a cui si affianca la solita capacità comunicativa dell'artista romana racchiusa nella sua particolarissima voce.
Niente di nuovo, verrebbe da dire, conoscendo ed apprezzando la vitalità artistica della Mannoia, eppure quest'ultimo disco segna inequivocabilmente una svolta per Fiorella Mannoia.
Si è mossa, ha dimostrato di essere artisticamente in movimento, e questo non è certo poco. Ha fatto un passo, un passo decisivo rispetto agli ultimi suoi lavori in studio. Il problema adesso è vedere se questo passo è un passo avanti o un passo indietro. La questione è: è giusto cercare sempre nuove strade anche quando queste sono rischiose oppure è sempre meglio trincerarsi dietro "quel che si sa fare'". Messa così la risposta appare scontata: meglio sperimentare, innovarsi, evolversi, che restare fedeli al proprio angolino di terra fertile. Eppure non sempre ci si può fermare a questa considerazione.
Pur riconoscendo l'elegante ricerca musicale, i ritmi "tropicalisti", quelli velosiani per intenderci, sono, infatti, elegantemente assemblati con lo spirito melodioso tipico della canzone nostrana, il disco, comunque, pecca proprio in "movimento". E' monocorde, non resta, è un disco da sottofondo, uno splendido esempio di musica da serata tranquilla in casa.
Una bella parentesi quella di Fiorella, speriamo però che i treni a vapore ritornino.
Perché dico questo?
Perché con la scelta "brasileira" la Mannoia ha fatto una scelta di anticonformismo conformista.
Un'operazione di nicchia alla moda...

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