lunedì 4 febbraio 2008

L'intellettuale del Novecento



















Non mi piace quello che faccio! Non è il lavoro adatto a me. Non ci credo più.
Io amo la letturatura, amo l'arte, la libertà. Non amo invece il lavoro che sono costretto a fare. Sono la reincarnazione dell'intellettuale impiegato della pria metà del Novecento. Pessoa, Mann, Svevo, Kafka etc. etc.
Voglio essere libero, ma se sono libero non sono libero di viaggiare, di leggere, perchè non avendo soldi non potrei permettermi niente.
Che schiavitù!

17 commenti:

buИCiA ha detto...

Pensa che c'è chi sta peggio. Pensa a quanti laureati si devono accontentare di un lavoro che non è il loro, che non è quello per cui hanno studiato; quello per cui hanno sognato.
Prova a pensare così; magarii ti accorgi che quello che fai non è poi così tanto male.

Anonimo ha detto...

io penso che forse mi piacerà anche fare il lavoro per cui continuo a studiare e che ho sempre detto che non avrei voluto fare. devo solo trovare un ripiano dove poter mettere almeno dieci sveglie!
chissà quante prime ore avrò!

Anonimo ha detto...

il problema non sono le prime ore, ma le ultime...fidati
...

Unknown ha detto...

Il segreto è non pensare mai a un lavoro come quello definitivo. Si sa, anche il più bello e appassionante poi finisce per diventare pura routine. L'importante è continuare a essere curiosi: la conoscenza (intesa in senso molto lato) è uno strumento esplorativo straordinario, ti dà una sensazione di libertà impagabile e ti aiuta a mantenere la distanza dalle nevrosi. Dai, Vinci, resisti e vola...

Anonimo ha detto...

...coi soldi del lavoro (che non ci piace) possiam fare le cose che ci piacciono: cinema, teatro, viaggi!!
Ti assicuro che il titolo di archivista non serve a nulla!;)
Fresca

Anonimo ha detto...

Le cose che vuoi fare tu, sono belle ma richiedono il tempo di chi non lavora.
Chi lavora e si stanca anche facendo un lavoro che ama, è felice di guadagnarsi da solo la possibilità di comprarsi libri, viaggi e una vita AUTONOMA e di poter godere di tutto questo nei momenti liberi dal lavoro.
E pensa, come ti dice Simo, a chi il lavoro non ce l'ha e si tormenta non perchè non può passare il tempo a leggere e a viaggiare, ma a come deve fare per pagare l'affitto. E parlo di giovani come noi, trentenni e colti.

luigino il poeta ha detto...

Il compromesso non è altro che il sacrificio di una cosa buona o giusta fatto nella speranza di conservarne un'altra; tuttavia troppo spesso si finisce per perderle entrambe....o perdere se stessi

Anonimo ha detto...

Giuro, la verità è nella tua bocca, e questo fa paura. How far can you fly?

Anonimo ha detto...

"ma che cosa ti manca?" "Godot"

Unknown ha detto...

dai Vinci! il 9 marzo compio 46 anni (mi raccomando gli auguri...!) e sto pensando ancora a cosa farò da grande. intanto, per l'anno prossimo ho chiesto il passaggio di ruolo alle superiori e conto di laurearmi a luglio per immaginarmi un'altra vita: ci sarà o non ci sarà non conta, mi piace pensarla, progettarla, sognarla.
poi, può darsi che una 'viola d'inverno' mi sorprenda fra un secondo, ma non avrà più importanza...

buИCiA ha detto...

Già... la domanda è, in realta, di cosa senti la mancanza?

Anonimo ha detto...

Ma che fastidio le persone che non fanno altro che lamentarsi! Uffa!!!!

Anonimo ha detto...

per non parlare delle persone che non sanno giocare, quelle che non sanno che nel bosco c'è sempre un sentiero che porta fuori!

Anonimo ha detto...

allora sai darmi un consiglio prima che io da liceale diventi come ti sei definito tu, quando lavorerò!quindi secondo te io che non lavoro ancora posso essre libera, il prezzo da pagare è lo stesso io vivo e dipendo acora dai miei genitori, tu lavori. ecco perche voglio fare l'attrice ma non riesco a dirlo ai miei.. tu non sei libero, io non sono normale

Anonimo ha detto...

allora sai darmi un consiglio prima che io da liceale diventi come ti sei definito tu, quando lavorerò!quindi secondo te io che non lavoro ancora posso essre libera, il prezzo da pagare è lo stesso io vivo e dipendo acora dai miei genitori, tu lavori. ecco perche voglio fare l'attrice ma non riesco a dirlo ai miei.. tu non sei libero, io non sono normale

Anonimo ha detto...

allora sai darmi un consiglio prima che io da liceale diventi come ti sei definito tu, quando lavorerò!quindi secondo te io che non lavoro ancora posso essre libera, il prezzo da pagare è lo stesso io vivo e dipendo acora dai miei genitori, tu lavori. ecco perche voglio fare l'attrice ma non riesco a dirlo ai miei.. tu non sei libero, io non sono normale

Anonimo ha detto...

fai l'attrice!