L'astronave che non dorme attraversa il ghiaccio,
parla e scopre sugli alberi spogli, davanti al mare, tutto il sangue, sotto il faro che guarda.
Molto più tardi sangue e ghiaccio diventano vento,
diventano un mattino che si crede sognato.
Abbiamo sognato come doveva essere sognato
e anche un po' modo nostro
giovedì 17 aprile 2008
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13 commenti:
qualsiasi immagine sia ... e me ne passano tante con sole poche righe ... sono tutte in bianco e nero, nè il sangue nè il ghiaccio me le colorano ... ma "Abbiamo sognato come doveva essere sognato e soprattutto a modo nostro" ...
ciao Ale
un post it sullo specchio questo avrei messo io...poi quel che riflette lo specchio...
allora mettilo!!!! su non star a pensarci troppo!!! soprattutto caro caro Vinci ... soprattutto!!!
baci ale
E allora cerca un bello specchio con una cornice dorata..io ti porgo il post-it dal cassetto ;D
E tu decidi che scriverci....
Ottima idea lo specchio.
occhi che si guardano allo specchio. a riflettere il riflesso, quando ritornerà.
Sarà perchè evochi il ghiaccio, il mare... ma io ho l'immagine di un orso polare, forse un cucciolo magari con sua madre, che si rotola su se stesso, il pelo scarmigliato bianchissimo e giallastro, tutto intorno i ghiacci dell'Artico, l'aria è fresca e pura... gela lo sguardo e scalda l'anima (che idea!). Il sangue che evochi è la minaccia del cacciatore, il sangue rosso sul ghiaccio e sul gioco improvvisato del cucciolo... la minaccia della morte di queste creature meravigliose. Poi l'alba magica e stranissima dell'Artico... un altro giorno di risveglio per il cucciolo e sua madre...
ma sono parole nate senza l'immagine del suo autore...perchè non lasciarle vivere nell'immaginazione di chi le legge? E poi ritengo impossibile che si possa essere d'accordo su quale immagine dare.troppo soggettivo.
ciascun lettore sarà colpito da una parola, da un'espressione, in un momento; una lettura successiva gli darà la sorpresa di un'altra scoperta da indossare come un abito nuovo. il vento è la parola che ho indossato, e l'ho sentito come una forza libera e crudele, dall'alto a sbeffeggiare i palazzi e la mente. e allora disegnerei palazzi con finestre illuminate e teste anonime muoversi nelle scatole, sorridendo, urlando, cenando, rimanendo immobili. e farei partire dall'angolo in alto a sinistra del foglio una trasparenza tagliente e trasportante. al centro del foglio, in primo piano, due mezzi busti di spalle, forse mano nella mano.
metterei una foto di marte, il cosidetto pianeta rosso che apparentemente dà un'idea di calore ma dove in effetti le temperature sono basse, un deserto promessa di mare
Bondi...
E' stato bello leggervi...devo ammettere però che quando ho letto il nome...BONDI...mi son messo a ridere...grande idea quella di mettere BONDI
;-)
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