domenica 1 aprile 2007

Via, via di qui....finalmente si torna da dove si è partiti





Tutto dovevo sapere

perché egoista io
riavessi l'idea
che oggi per cancellar ieri io ti amo.
Cedere l'amore al vuoto
e al vuoto quel che pensiamo vita,
d'una vita sperata che s'annulla
come l'amore d'un giorno
buono solo per pochi giorni.
Ma nulla vale quel che è stato,
amando da chiaro a buio,
mostrando a bacio il fondo,

l'età dell'amore sulle labbra.

I ricordi sono un labirinto di strade.

Vieni da una parte e ti sai orientare, giungi allo stesso punto da un’altra parte, e non ti raccapezzi più.
Così quello che scrivo non è lo stesso, se lo leggi e se non lo leggi non è più lo stesso.
Neanche il tempo di una ninna nanna, allora. Sono io l’unica cosa sbagliata nella perfezione di quel che scrivo, lo stretto gioco d’amore mentito, le scatole cinesi.
Ascolta e vedi, ma fallo insieme. Non si può scegliere la parola, è così da sempre, il foglio bianco è piatto, da’ un senso di vuoto, freddo che si gira verso di me.
Parlare di te con te ricordando qualcosa. Ti annoia? Voglio dire: ti annoia ascoltarmi adesso? Sono un egoista a volerti qui, non è vero?
Quando ti scrivo non ti vedo, fingo di pensare.
Le parole sono le linee dei fatti, quando si scrivono si incrociano, sono una serie di rette tagliate ad angolo, sono un uomo che lascia il filo non chiuso.
Perché poi qui ognuno di noi sente parlare, qui non ci terremo lontani da quel che è scritto.

La luna c’è, ma infittisce anche le ombre.

Nessun commento: