domenica 24 febbraio 2008

Non è un paese per vecchi























L’io che racconta e l’io che ascolta, e ancora l’io che si racconta.
Il tempo del narrare: c’era una volta...non c'è ma lo si può immaginare.
Il tempo dell’ascolto o della lettura: c’era una volta – un re!, direte voi.
E il tempo della storia narrata: c’era una volta un ciocco di legno.
È tutto qui: eppure è molto, non poco. Perchè in questo libro, in questo film non si parla di re nè di burattini, ma lo stesso è una grande fiaba.

In ogni incipit di pagine sembra esserci un mondo interiore, c’è il mondo cui quel mondo rimanda, e c’è un mondo di parole, di regole, un mondo che sfugge nei suoi cambiamenti, che non sta lì: esiste solo in quanto rimanda oltre se stesso, come un segnale che indica dove andare, non dove stare. La letteratura è narrare storie cioè trasmettere esperienze. E l’io stesso del narrare, che è una modalità del vivere stesso, è un’esperienza che si comunica da un sé a un altro, che esperisce se stesso e continuamente si rilancia oltre se stesso. Se capite questo avete trovato una seconda ragione per leggere NOn è un paese per vecchi. Ovvio, banale che dietro tutto questo ci sia il ghigno del male: ma la distruzione dell’io è ancora una modalità del rapporto soggetto-oggetto in questo libro.

Oltre, c’è tutto un mondo da costruire: il mondo della disseminazione, della polverizzazione dell’io. Quell’anarchia di atomi che è la nostra coscienza. Non basta enunciarla, questa disseminazione dell’io: non basta sbatacchiare le ciglia con fare stupito – non basta ammiccare come fanno abitualmente gli ultimi uomini. Bisogna praticarla, questa polverizzazione: cioè crearla, farla esistere....questo è Non è un paese per vecchi, io l'ho letto anche così.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho appena finito di leggere il libro,è molto bello...è come se analizzase parallelamente 3 modi di intendere la vita...la morte di Moss mi ha sorpeso,un pò anche ferito, così come la non vittoria del bene!...alla fin fine la lotta bene-male sembra solo un espediente per la costruzione di una nuova realtà!!...l'immagine finale del sogno di Bell è un'immagine di speranza che mi ha donato un sospiro di sollievo dopo pagine di tensione!!
P.s. libro adattissimo non solo al mio gusto ma anche alla mia personalità.Grazie
Maria Felicia