sabato 3 maggio 2008

Racconto parte terza...la penultima, poi dobbiamo trovare una fine...postcard






















Andrea, io mi chiamo Andrea.
Medico, ricercatore, attualmente single, impegnato a leggere il resoconto trimestrale del mio commercialista, polo rossa su jeans macchiati di caffè.
Sono in una laundrette a lavarmi la biancheria. Come ogni settimana, da 6 anni ormai.
Smattina al telegiornale hanno parlato di un uomo che non dorme da mesi.
Stamattina ho fatto colazione da solo.
- Ricordati, io sono avvantaggiato, io conosco sia te che me. -
Ma perchè quando riempi qualcuno di botte finisci per farti male anche tu?
Ma perchè si cresce ancora?
Io non voglio avere più di 35 anni, io voglio fermarmi qui.
- No, no, vi prego. fatemi diventare quello che volete, Orazio, Fred, persino sua moglie Wilma, fatemi diventare un fumetto della televisione, ma non fatemi diventare vecchio. -
Andre, mi chiamo Andrea.
Mentre vedevo l'oblò della lavatrice riempirsi di schiuma, ho cercato di vedere il mio mondo attraverso gli occhi di un altro. Ho ricordato il sogno di questa notte. Un bambino che mi parlava ridendo.

[continua...]

7 commenti:

Barbara ha detto...

molto bello ma sono appena arrivata, il via dov'è?

vinci ha detto...

il via è un po' più giù. Per ora abbiam partecipato in quattro o cinque. Io son partito, poi han scritto altre persone, ora di nuovo io e poi dobbiam trovare un finale

LAle ha detto...

Un bambino di sette anni, che continuava a guardarmi e rideva. Occhi neri come il petrolio e capelli ricci, come solo quelli di un bimbo sanno essere. Stop. Fermi tutti. Io scendo, io mi fermo qui. Uscirò da questa laundrette, con i miei vestiti puliti, prenderò la metrò, saluterò il portiere, salirò le scale di marmo grigio, aprirò la porta e mi sederò. Con i miei vestiti puliti dall'odore di muschio selvatico starò qui a guardare tramontare il sole su questà città che non dorme mai. Guarderò il sole che muore e continuerò a vedermi davanti quel bambino moro che ride...

Silvia ha detto...

Il bambino, faccia simpatica, tutto un riccio capriccio in testa, un tipo simpatico. La nebbia della fase rem ne disperde un poco i contorni... fossi io quel bambino?? Possibile. Ma non ricordo bene. Eppure, considerando che era un bel birbante simpatico, potrei benissimo dire che ero io, io da bambino che mi sono tornato in sogno, nel sogno dell'io-Andrea adulto, per mandarmi un messaggio della massima importanza. Ma sì è così, ne sono sicuro! Quel discolo del sogno ero io, certo! Ahhh, altro che Freud... sono meglio di Freud per interpretare i reconditi messaggi nascosti nei sogni!
Per farla breve, il bambino mi appare in sogno, un ambiente sfocato, inconsistente, poco importante; mi racconta dei suoi giochi, della partita di pallone che ha disputato con quel suo cuginetto di Brescia - quello che viene in casa loro solo per Natale -, stracciandolo con 9 goal segnati contro i 4 del piccolo bresciano. Poi mi ha parlato della maestra di italiano che è sempre sorridente, sempre scherzosa e gli insegna tutte le parole dell'alfabeto; mentre invece la maestra di matematica è brutta e vecchia e grida sempre. Mi ha persino raccontato - in via del tutto confidenziale, lo si capiva dal tono serio nella sua voce - della sua fidanzatina, Sara con gli occhi azzurri e il papà che viene a prenderla a scuola con un macchinone tutto lucido. Questi aneddoti venivano, di tanto in tanto, interrotti da pause di riflessione, da divagazioni del mio piccolo amico - me stesso da bambino! - impegnato a smarrirsi in mondi magici e astratti che solo anima innocente sa riconoscere e raggiungere... dopodichè.. riprendeva a raccontare; mi diceva di sua nonna Matilde che gli prepara le lasagne al formaggio, del nonno Giacomo che lo porta sul suo trattore... e del nonno Fedele che è andato in ospedale per un'operazione e che poi è andato in cielo. Questo racconto mi ha sconcertato, perchè mi riaffiorava alla memoria il ricordo, dolorosissimo e mai del tutto superato, della morte di nonno Fedele. Già. La morte. Perchè l'equazione è questa: vecchiaia corrisponde a morte. Capii questo all'epoca, e in qualche modo, questa verità assoluta mi dà ancora problemi. Io non voglio invecchiare e morire, voglio solo il presente, solo questo momento. Niente sofferenza. Solo vita. E in un certo senso, il mio lavoro, i miei studi, le mie ricerche hanno questo scopo: capire, rincorrere la vita, la Vita. Comprenderla e rimuovere la morte. Sì. Ma il trentatrè che ripete il croupier incombe...
Il bambino-me stesso del sogno, ora smette di raccontare la morte di nonno Fedele e mi dice di suo papà che lo porta alla festa del quartiere e gli compra lo zucchero filato, mmmm... che buono! Mi fa pure il segno di gradimento con l'indice premuto contro la guancia. E scoppia a ridere. Io rido con lui... accidenti, che tipo simpatico! A un certo punto, mi racconta anche dello scherzo che ha fatto al cuginetto - sempre quello di Brescia -: la sera della vigilia di Natale dovevano prepararsi per andare tutti a casa della nonna, eravamo tutti vestiti mentre al cuginetto mancavano le scarpine da indossare... sua madre non capiva dove le aveva messe, convinta com'era di averle preparate sul letto! Dopo una buona mezz'ora, di ricerche senza successo - e con l'aiuto di mia madre, mio padre e mio zio - mia zia, esausta, era arrivata a credere che fosse stato il povero bambino a nascondere le scarpine per dispetto e nonostante la povera creatura continuasse a ripetere tra le lacrime che lui non ne sapeva nulla, alla fine è stato messo in castigo. In realtà, a nascondere le scarpe per scherzo era stato il bambino-me stesso... e quando, egli stesso, l'ha confessato, il giorno dopo, a sua madre... beh, le sculacciate si sono sprecate! Ahhh, sì, mi sovviene questo particolare... quella volta la combinai grossa, rammento ancora l'ira funesta della mamma e gli sculaccioni sul mio povero deretano... Ahhh, ma che scherzo, che birichinata!! A quel punto del sogno, entrambi - sia il bambino-me stesso che io - scoppiamo a ridere come matti... in una sorta di "empatia da cameratismo" che ci unisce... e ridiamo e ridiamo e ridiamo...
Poi mi sono svegliato.
L'oblò continua a vorticare sotto al mio sguardo trasognato, bianca biancheria di nuovo immacolata come in principio si macchia di schiuma e si risciacqua. Cacchio, 'ste mutande fanno così da sei anni! Sei anni. Fra pochi mesi trentatrè. Sì, lo so... sono ancora giovane, un pischello praticamente! Ma che questo mi venga detto da uno di 60 anni - che invidia i miei 33 per ovvie ragioni - non è che mi sia di gran consolazione! Poichè... sarò pure un pischello ADESSO... ma inevitabilmente... giungerò anch'io a quota sessanta, prima o poi... e io NON voglio invecchiare! Ripensando al tipo che non dorme da mesi... forse è un'idea: ogni notte che mi addormento finisce che, al risveglio, sono più vecchio di un giorno (e di svariate ore), quindi se NON dormissi mai... beh, FORSE rallenterei il processo d'invecchiamento spazio-temporale... mi sto arrampicando sugli specchi, vero?? Almeno ci ho provato, non si sa mai che un giorno o l'altro... Mah!!
Toh! La biancheria è pronta. Ma non la prelevo ancora. Sto riflettendo, i miei neuroni sono in fermento alla disperata, folle ricerca di una soluzione. Mi metto seduto. Penso. Che significato può mai avere questo sogno?? Il bambino-me stesso che viene dal passato per parlarmi?? Mmmm... Una ragazza che sta lavando la sua roba laggiù, nell'angolo, mi guarda sconcertata... perchè mai?? Poi capisco: stavo parlando da solo, a voce alta!!! Mi lancia un sorrisino - per la serie: questo è scemo - e poi si volta dall'altra parte. Torno alle mie elucubrazioni - o pippe mentali, come preferite - e il bambino-me stesso mi evoca il mondo della mia infanzia, in Italia, prima che diventassi un esule volontario. Un esule in fuga dall'inquietudine cronica che mi trascino dietro da sempre. Non voglio invecchiare, non voglio oltrepassare la soglia di rischio dei 35 anni... no, mai, mai, maaaaiiii!!!! La ragazza, al mio grido, si volta a guardarmi di nuovo... Mi rendo conto che, nella laundrette, ci siamo solo noi due... lei pensa che io sia una specie di psicotico (ne sono certo!!)... mi osserva attentamente - la sua è una tensione palpabile, come neanche nella scena clou di Mezzogiorno d fuoco - poi prende a grandi bracciate la sua roba e corre via, scappa via... la porta della lavanderia si richiude. Sono solo. Posso parlare da solo senza che qualcuno possa interrompermi, senza rotture di coglioni.... senza... Ahhhhh, HO CAPITO!!!! HO CAPITO, HO CAPIIIIITOOOOO!!! Cosa mi voleva dire il bambino-me stesso del sogno!!!! Voleva dirmi che io POSSO ESSERE ANCORA LUI, che io SONO ANCORA lui... che ho la chiave per non invecchiare, che posso osare e alla fine riuscire a non valicare la soglia maledetta, niente vecchiaia, niente morte. Per sempre qui, così, in questa strana dimensione dell'esistenza. Trentatrè addio! Trentatrè non rompetemi le palle!!! Posso restare così, REGREDIRE all'infanzia, addirittura! Posso! Mi devo riappropriare della mia fanciullezza, della mia innocenza infantile, della mia verginità dell'anima, dell'essere, della mente. Cazzo, posso farlo! Ma è ovvio!!! Ecco, cosa voleva suggerirmi il bambino-me stesso del sogno, ecco!! Osservo la mia polo rossa, poi me la sfilo e rimango con la sola t-shirt bianca, mi libero dalle costrizioni dell'immagine esteriore che m'incatena... da oggi sono un anarchico del "comportarsi bene", chissenefrega!!! Voglio essere libero e selvaggio ed estraneo a calcoli di interesse come solo un bambino sa fregarsene. Ohh, non penso che lo Scorrere del Tempo mi avrà così facilmemnte, oh no! Non mi avrà. Venite pure trentatrè, venite... vi aspetto al varco, giungete a me bene armati... bene armati. Scappo via dalla lavanderia, senza neppure recuperare la mia roba (CHISSENEFREGAAAA!!!!) e corro a casa, devo assolutamente andare ad assolvere la prima pratica che segnerà la rottura con la vita che vuole incastrarmi, incatenarmi e vincermi: vado a fare a pezzi il resoconto trimestrale del mio commercialista... Chissenefregaaa!!! Neanche lui mi avrà, il mio commercialista!!!
Voglio regredire, solo questo.
Voglio fare il possibile per non invecchiare mai, per rimanere sempre uguale, sempre lo stesso. Inchiodato a questo momento.

***

;-))))))

Anonimo ha detto...

un volo di mani:

http://www.youtube.com/watch?v=qATjKdlZUxU&feature=related

Anonimo ha detto...

ho rcordato risvegliandomi che mentre mi addormentavo un carillon ha sospeso il mio sguardo sugli oggetti e ho guardato il suo sorriso. ero seduto a gambe incrociate per essere alto proprio come lui, per stupirmi della sua purezza, dei suoi movimenti da piccolo mago tra altri piccoli angeli. raccontava i suoi viaggi, pagina dopo pagina, costruiva città mai viste con grandi lego di spugna. il tappeto dei giochi diventava violette e tulipani, margherite e fiori di campo. e lo sentivi, ne eri certo, lo sentivi il suono delle fisarmoniche accompagnare il suo volo sulla senna, e la sabbia corallina scivolare tra le dita... si è aperta la porta, ha girato la testa e hanno continuato insieme, lui piccolo, nelle piccole mani.

luce ha detto...

Un racconto particolare non so perchè ma mi ricorda un po' Pirandello.