domenica 17 dicembre 2006

Il concetto di libertà
















Libertà è l'unico sostantivo che non può avere aggettivi.
Mi si potrà dire che esiste la "libertà vigilata", "libertà pericolosa", "strana libertà"...
...credo che sia giusto, però, fare qualche passo indietro e soffermarci sulla natura di libertà.
Tanto per cominciare credo che sia impossibile mettere dei paletti alla libertà.
Questo non dovrebbe essere ammesso a meno di non alterare completamente il senso di questa parola. La libertà non è un insieme di opinioni, è un'opinione sola e chi vuole conculcarla vuole conculcare il diritto di esprimere e vivere questa unica opinione.
La libertà dentro i paletti è libertà "permessa" e quindi non è libertà.
Mi chiedo allora se è questo quello che dobbiamo abituarci a vivere.
E' questo quello che vogliamo?
La completa rotondità della parola "libertà" celebra la vittoria della vita: della vita sociale e della vita di ognuno di noi. Vita sociale e vita corporea, nel termine libertà, sono una cosa sola.
Detti quelli che sono i diritti della satira, chiediamoci ora quali siamo i suoi doveri.
Il primo dovere della libertà è quello di non scendere mai a compromessi, quello di essere sempre coerente.
Il secondo è quello di doversi mettere in discussione non mirando mai al ribasso.
E' per questo che si deve continuare a parlare di libertà, anche se non è facile capire da dove proviene e attraverso quali canali si trasmette.
Si deve parlare di libertà per renderci meno passivi e conformisti?
Non lo so, forse, o forse il problema non è questo.
Il problema è che bisognerebbe scommettere sul presupposto che in qualche modo ci sia data sempre la possibilità di riconoscerla.
Il difficile, il problema è questo: riconoscerla.
Da qui deriva il delirio sull'infinita possibilità di manipolazione di questo termine.
Aggettivare la libertà è manipolarla, è trasformare la condizione stessa di libertà in impossibilità di persistenza.
In passato, purtroppo, è quasi sempre stato così.
Il problema, allora, è che troppo spesso si è cercato la realizzazione dell'uomo prescindendo dalla libertà.
Si apre, allora, un problema, un aut aut inevitabile.
La domanda: "Che fare?" si trasforma in un più complicato "Cosa non fare?".
Per concludere dico che "l'uomo ha inventato la felicità", e su questo per un laico come me non ci sono dubbi, non credo, però, che la stessa cosa si possa dire della libertà e qui, questa volta, la religione non c'entra.

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