domenica 17 dicembre 2006

E' giusto che finisca






- Dimmi la verità: c'è qualcos'altro che non mi hai detto? - , le chiesi io.
- Sei tu che vuoi sentirti dire qualcos'altro, qualcosa ti faccia scaricare su di me le colpe. -

Dopo, prima che le chiudessi il telefono in faccia lei mi ha detto:

- Sapevo che sarebbe finita così, non riuscivo a non pensarci. -

Dal rubinetto del bagno usciva l'acqua corrente più fredda che io abbia mai sentito. Noi due passavamo quasi tutte le sere sul divano a leggere e ascoltare musica.
Una sera mi ha chiamato cuore mio. Abbiamo guardato Harry ti presento Sally in dvd, poi ho mangiato un panino con il salame e una mela rossa.
Avevo voglia di chiamare mio fratello al telefono, invece ho fatto finta di non pensarci.
La nostra situazione rappresenta un fallimento in almeno due dei nostri ruoli più importanti: l'amante e l'amato.
Però lei mi ha detto: - Io ti amo, tu sei la mia vita, ti amo . -
- Mi ami, ma mi stai lasciando. -

- E' il momento di imparare a guidare. - ho detto io, e dalla risposta che mi ha dato ho capito che stava sorridendo.
- Mi sa di sì. -
Fra di noi, imparare a guidare voleva dire smettere di chiedere agli altri di accompagnarci, di proteggerci in un qualche modo.

Finalmente ero a letto.
Potevo dormire steso sulla pancia come non facevo più da anni. Potevo dormire senza cuscino e senza pensieri su cui rimuginare.
Volevo quello che volevo.
Prima di addormentarmi avevo letto dei racconti con un narratore in prima persona che avrei potuto essere io.

- Non ti ho mai detto bugie. - Le scrissi questo prima che mi si spezzasse la punta della matita.
- Aspetta Vincenzo, aspetta. - Mi disse. - Possono cambiare un sacco di cose per te. Magari adesso ti sembra tutto nero, ma dovranno per forza cambiare, non è vero?- continuò lei - Dimmi di sì, ti prego, dimmi che è vero. -

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