giovedì 4 ottobre 2007

Tutto con la stessa paura





















Io ti ho cercato, io ti ho baciato, ti ho amato, io ti ho scritto, io ti ho amato ancora, io te l’ho detto troppo prsto, io aspetterò quando non ci sarai più, io ti sto scrivendo, io ti cerco ogni giorno.
Vorrei solo che tu ora mi stessi a guardare. Giusto un bacio, un bacio per dirmi che ci sei e che non pensi che tutto questo sia solo un vizio. Ma forse il tempo, la distanza, oppure è solo colpa mia, perché non è facile amare quando si vuole amare.

Io parlo spesso dell'amore, anche quando non c'entranulla. Lo faccio perchè mi sembra la cifra della nostra epoca. Non come presenza e neanche come assenza, come ricerca, consapevole ed inconsapevole.
E’ difficile sapere realmente quel che si prova, soprattutto mentre lo vivi con tale forza, con tale intensità.
Delle volte è possibile, persino, sentire sollievo per la “perdita” di una persona amata e credere, invece, di sentire dolore, perché è questo quel che si è sempre pensato, quel che si deve pensare quel che credono di credere tutti.
E allora ecco, eccomi ancora qui a scrivere versi come “si porta un lutto”, un po’ per abitudine, un po’ per grande amore. E l’amore ormai è sempre più una fragile timidezza, è uno stimolante, proprio come l’oppio, come la cocaina: ci serve per essere altri, ma si paga caro: con il non essere, invece, chi avremmo potuto essere .
Chissà allora quando ci innamoreremo di nuovo!
Me lo dirai? Ed io come farò a dirtelo?

Mi manchi, mi manchi tanto e ti ricordo sempre con grande gioia e malinconia.
Spero che qualcosa ritorni sempre, tutto… tutto magari con la stessa paura.

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