martedì 2 ottobre 2007

Tadzio




















Cosa è la voglia matta di amare una persona?

E’ qualcosa di fisico ed è questo che provo stasera. E’ una bellezza placida, alta, alta e remota.
Cosa c'è nei baci non dati, nelle parole che non trovano seguito, cosa c'è nella poesia che non c'è nell'aomre?
Cosa nel silenzio se non un rumore, un suono che non è il suo?
Ma qui non si tratta né di buio né di silenzio. Forse non sono queste le domande da farsi, piuttosto dovresti chiedermi cosa ci sia in tutta questa storia se non la voglia di stare insieme. Ma tu non me lo chiedi, hai altro a cui pensare, non credo che ti possa cambiare la vita e allora finisce veramente che tutto questo non è se non c'è uno che scrive.

E’ tardi, vero? E’ notte.
Io credo che gli amori, i sentimenti più dolorosi, qualsiasi emozione soffocante sia poi quella “più assurda”, la passione “più assurda e più vera”.
In questi giorni ho provato tanto sconforto, ragioni incrociate e mischiate, forse assurde nel manifestrasi, ma vere. Ho amato.
Forse dovevo raggiungere una maggiore completezza.
Perché poi mi han detto, non so neanche io con quanta convinzione, che tutto ciò che finisce in quel che noi non vediamo, finisce anche un po’ in noi, insomma finisce veramente.
Non è un “conosci te stesso”, piuttosto, credo, che sia la poesia del crepuscolo, una forma di malinconia, di disillusione più probabilmente.
Avrei voglia di chiamarti, di chiederti se mi hai sognato ancora, avrei voglia di uscire di nuovo e questa volta di uscire con te.
Lo sai quel che ancora provo per te, ma stanotte tu non mi chiamerai, di sicuro, fra dieci minuti non starai con me, forse non mi penserai neanche come ti penso io.
Che bello l’amore, che bello il giorno dopo, che bella la felicità di non poter non pensarci.
Mio piccolo Tadzio, stanotte mi fanno male gli occhi, loro sanno quel che succede, diventano rossi rossi, loro lo sanno quel che penso di te.
I miei occhi sono sonnambuli, sono amanti che si commuovono alla finzione del luogo e del momento.
Ed io stanotte sto contando tutte le parole, le voglio, le devo confondere per non dire sempre che ti amo. Ti annoierei..

Tadzio, che nostalgia! Ce l’ho persino di quel che non è stato niente, per un’angoscia, nostalgia per tutte le mie paure invernali, per le mie paure mal riposte.
Anche dove dormi tu stanotte ci son le poesie scritte a matita, lo so, anche lì ci si innamora.
Persino da questo mio quarto piano barese posso immaginarlo ed io, lo sai bene, mi sento calmo e bello solo nei luoghi dove son già stato, solo quando amo

Buona notte piccolo Tazio
Buona notte passione, capriccio, amore
Di un borghese che non sono,
Malinconia di un poeta che per te non potrò mai essere

6 commenti:

Anonimo ha detto...

sospensione del giudizio...
ma poi...ingiusto

luigino il poeta ha detto...

toc. toc. posso entrare?

Anonimo ha detto...

certo che puoi entrare..chiunque tu sia

luigino il poeta ha detto...

emma bovary. fino a mezzanotte.non credevo esistessero tante accezioni della parola amore.
sono incredula.spero non ti offenda se bevendo la mia piacevole birra della sera imparo qualcosa dalle tue scritture personali.

luigino il poeta ha detto...

grazie per la splendida lettura. avrei dovuto guardare love story ma i tuoi post mi hanno ipnotizzata.ancora grazie

Anonimo ha detto...

Oggi non è stata una grande giornata, son contento di essere servito a qualcosa...almeno con le parole...le mie parole, non quelle che mi obbligano a scrivere quando lavoro.