martedì 14 agosto 2007

(...)









...reagì come reagiscono tutti i mediocri quando sono "colti in fallo". Reagì come chi si vede scoperto, ma non ha il coraggio di ammetterlo.
Lei reagì aggredendomi.
Cosa volevo da lei?
Forse l'onestà di sentirmi dire - non ti amo più come prima, in questo momento penso solo a lui? - o forse un - ti amo- rassicurante, finto o forse normale che mi portasse indietro di qualche giorno.
Invece mi aggredì con sufficienza, furibonda perchè avevo ragione, lei in quel momento non mi amava più, ero un ripiego e lei pensava ad un altro, pensava a se stessa.

Finito. Lei non aveva più bisogno di me.
Pensai che tutto questo doveva avere una ragione.
Naturalmente quella ragione, se c'era, non lo trovai.

Scrivo ti amo una, dieci, cento volte, perchè voglio perderne il senso.
Odio la sua vigliaccheria, forse perchè in questa temo di riconoscere la mia.

A letto mi girai e rigirai per ore senza riuscire ad addormentarmi.
Presi sonno quasi all'alba e quando mi svegliai pensai a come ero diventato patetico, a come stavo soffrendo per una persona che non mi amava più.

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