lunedì 6 agosto 2007
















Non conosco altro che me stesso è per questo che parlo così.

Sono nato nell'anno in cui le spinte progressiste della società italiana volgevano al tramonto, l'anno in cui il partito comunista raggiungeva il suo massimo storico in termini di voti, in cui la Roma galleggiava nell'anonimato del campionato italiano, in cui Fabrizio De Andrè viveva gli anni più bui della sua poetica. All'epoca della mia nascita l'amore dei miei genitori ero io. Oggi mi dicono che sono stato un bambino dolce, qualche anno fa mi dicevano che mi fosse successo qualcosa la loro vita sarebbe finita in quel momento. Mi piacerebbe far loro la stessa domanda oggi. "Oggi sarebbe ancora più brutto per noi se tu all'improvviso non ci fossi più- mi risponderebbero - ormai noi viviamo per te e tuo fratello." Questo direbbero, ma io non glielo chiedo più.

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