lunedì 27 agosto 2007

Cervellotico

















Ho fronteggiato i Karamazov dentro casa, al chiuso. Non so perché, forse perché allora non riuscivo a fare niente e avevo sempre bisogno di sentirmi protetto da qualcosa, forse perché l'avrò letto in primavera, o magari prendendo appunti sul dorso del libro, seduto di fronte alla finestra attraverso quel finimondo visivo di gelatine in collasso nella luce del sole che illuminava la sera prima di incontrare te. Di che colore è il cuore marcio della vita, della materia, quello che sta prima della separazione, della configurazione? Sono felice di averti incontrato, mi hai ridato il sorriso, mi hai fatto sentire bene. E io chi sono? dove sono finito? mi chiedevo confusamente l'altro ieri. Da dove viene questa incontrollabile, straziante sensazione di presenza a me stesso di oggi? In quale corpo più grande sono sprofondato? Da quale sonno spaventoso mi sveglio di tanto in tanto, per alcuni istanti? E per quale ragione? E da chi? Che bello stasera pensare a te!

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