venerdì 20 luglio 2007

Qualche sera fa...




Qualche sera fa mi son visto con la mia ragazza. Siamo stati al cinema e poi a casa sua. Mi ha fatto leggere alcune poesie che l’avevano colpita. Erano versi in inglese, me li ha tradotti lei. Parlavano di donne, ma non venivano descritte vite, amori o sentimenti, solo parti del loro corpo, presi singolarmente, tipo un braccio, gli occhi, i piedi, le cosce. Ho letto questi versi per qualche minuto, poi, senza chiuderlo, abbiam messo da parte il libro, ci siam spogliati e infilati a letto. Il suo corpo era fresco accanto al mio e ci siam tenuti fra le braccia per parecchio tempo. Poi le ho succhiato i seni. Ha due capezzoli grandi, di un rosa tendente al marrone, e quando li avevo in bocca la sua mano mi accarezzava la nuca portandomi ritmicamente vicino e lontano dalle piccole pulsazioni del suo seno. Più tardi quando ero dentro di lei, tenevo gli occhi chiusi sentendo il suo respiro, avevo gli occhi chiusi e pensavo ad altre donne. Ho pensato ad una professoressa che avevo sempre desiderato, alla commessa del supermercato sotto casa mia, e ho pensato al sedere descritto dalla poesia americana che la mia ragazza mi aveva letto. Quando sono venuto mi sono separato da lei, precipitando in quel sonno profondo che mi viene a volte dopo aver scopato. Quando mi son svegliato erano le tre, la mia ragazza dormiva. Ho guardato la curva della sua schiena e le vertebre della spina dorsale che sporgevano. Ho pensato a tutte le persone con cui avevo fatto sesso nella mia vita, a tutti i corpi che avevo toccato, a come sarebbero stati bene in quelle strane poesie. Ho immaginato nude tutte le ragazze con cui ero stato, ognuna con la propria fica, con seni grandi e piccoli che ondeggiavano. Ho immaginato queste donne tappezzare i muri della stanza della mia ragazza, corpi schiacciati l’uno contro l’altro. Ho immaginato che mi circondassero. Volevo tornare a dormire e dimenticarli, ma non potevo, così ho svegliato la mia ragazza, chiedendole di parlare un po’ con me, e lei l’ha fatto. Quando ho guardato di nuovo la stanza era vuota, tranne per quelle forme di corpi nel libro di poesie.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La tua ragazza è un angelo