lunedì 4 giugno 2007

Aver poca voglia










Cosa rimane dei sogni passati per errore?

Scuse corte ma belle, oppure il tenebrone accecante di una voglia che urla, che urla sempre più forte, che mente e che langue, per non diventare, controvoglia, solo complice di letto e starsene lì nel tirar a far mattina.

la luce è principio di nausea per il giorno dopo, le persiane socchiuse sono i pensieri che scelgono per me, è il ronzìo dell'aria, è la rinuncia verticale a quello che non ho.

Il sogno, tardi, da credersi vero, se non fosse per i colori che non si infiammano, per la voglia che va presto, per la ricerca e la paura.

Eccitati e vergognosi, coinvolti nel tepore impossibile di chi è stanco di giocare, nelle pieghe, confusi, tenuti a luce fioca, tra mani che improvvisano e il falso e il vero, che non posso ancora dire.

E allora confondersi e mischiarsi di baci, di furie e di scatti, di altre parole in altri amori. Voglia di cibo e di saluti caldi d'ansia per non sembrar quel che siamo, di sfolgorìo di fianchi fino a indolorirsi dall'amore.

Qui siamo nella luce cadente che si specchia, che rinuncia al mattino, che rimanda e che elude. Qui, tra mani che s'accucciano sul corpo, che graffiano e indugiano sulla gambe, tra il calore sempre più forte delle bocche, qui a sfogliare segreti abbandonati, fantasie timide ed indiscrete dietro quelle che in giorno dormono presso te.

Cosa rimane allora dei nostri sogni? Rimane la voglia che allude alla voglia, il volto in luce, il silenzio di mani che si sciolgon la chioma, la voglia di ricominciare.

Ma poi lo sappiamo, sappiamo che è tutto un sogno, tempo intrecciato, o un suono che si sente nell'inquieto "vorrei ma non posso".

Eppure ed allora che vengano questi sogni! Che mi si faccia di nuovo amare, perché la nostra adolescenza, il nostro canto, quel che noi chiamiamo amore necessita di sogni, di favole ben raccontate, che solo il nostro rifugio cieco può darci.

E allora lasciati andare, lasciati in quest'ora alla finzione di tutte queste cose, lasciati all'imprevisto eccitante e tremulo di un sogno passionale, di un palpito di vita che si perde e che si fa sognare.

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