lunedì 24 dicembre 2007

Volta la carta
























Uno dei maggiori problemi per un cantante è convincere gli altri a non aspettarsi da te solo canzoni d'amore.
E' un dato acquisito ormai che ciunque scriva perda almeno il triplo delle parole o delle frasi che pensa e che poi non fa in tempo ad appuntare.
Fabrizio ha con sè due grabdi quaderni: prende la cosa molto seriamente.
Lavora in un grande ufficio e di notte chatta con gli amici in rete.
Si masturba senza altra finalità che provare piacere quando non riesce a viverlo come potrebbe.
Vive da solo in un monolocale con due finestre.
Da quando in ufficio gli hanno proibito di ascoltare musica si è appassionato alla poesia francese. Su di lui ha lo stesso effetto: trascinante ed ipnotico, come le cose nuove che non si comprendono fino in fondo, ma da cui ci si lascia convincere.
Nel suo quaderno annota tutte le parole perse che gli ritornano in mente, tutte le frasi che avrebbero dovuto far parte delle sue canzoni e che invece si son perse per strada.
Un quaderno è per gli aggettivi, tipo: vigliacco, assurdo, petroso, anche bello;
nell'altro quaderno, invece, ci sono le frasi di senso compiuto, ma senza aggettivi: io amo i tuoi occhi; prendo la macchina; un bacio come ricordo...frasi che senza aggettivi vogliono dire solo quello che dicono, ma che con un tocco di colore in più possono stupire con un retrogusto inaspettato, come se al gelato al gusto di limone si abbinasse della panna montata e si scoprisse poi che quel che esce non è così male...
...continua...

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