martedì 6 febbraio 2007

Un bacio... Buenos Aires









Sono in due … infreddolite, una bionda ed una mora … mi avvicino. Parlano fittamente tra loro e sembrano non accorgersi di me … .

Lei si gira, ha gli occhi umidi… ma quando si accorge che la guardo … anche lei tenta di accendere il suo sorriso. L’altra, la bionda, si fa avanti… la sua voce è solo uno sfondo … non sento cosa dice … guardo solo il viso … la prendo per mano … ha la mano fredda … la guardo negli occhi, nei suoi occhi neri e profondi, … non ce la fa’ a sorridere … la bacio dolcemente sulla bocca …

Non so quanto sia durato quel bacio in mezzo alla strada … forse tanto …; ci accorgiamo che i nostri musi sono pieni di rossetto … ridiamo di gusto e, senza dire una parola, la prendo per mano sulla via del mio studentato.

Per la strada camminiamo abbracciati e tenendoci per mano, saliamo nella mia stanza … lei smorza la luce e lascia accesa solo quella fievole dell’abat jour … “perché mi hai baciato così” … mi chiede … mi accorgo di non saper rispondere che con un altro bacio e che trovo piacevole baciarla ancora su quel sorriso … .

Ci spogliamo in un tempo interminabile … le nostre mani scivolano carezze sui nostri corpi, le nostre bocche si cercano disperate … come se mille e mille baci non sarebbero mai bastati.

Nudi, sotto la doccia, alle carezze dell’acqua calda che scorre sui nostri corpi ansanti si aggiungono quelle delle nostre mani ed i baci sanno di sapone di marsiglia … le nostre bocche si cercano nelle più inesplorate profondità … si incrociano i nostri occhi in sguardi meravigliati di tanto piacere …

Ma non riesco ad abbandonarmi del tutto … penso che anche questo che mi accade ora faccia parte della mia notte finta di Buenos Aires … non è importante mi dico … voglio vivere lo stesso tutto questo … qui … ora … .

Sul letto ci asciughiamo reciprocamente, continuano inarrestabili i nostri baci, le carezze si fanno più audaci … tutto mi coinvolge … è finto – mi dico - … ma è bellissimo … ma quando i capezzoli di lei si fanno duri al passaggio di una delle mie tante carezze … la sento vibrare … il suo respiro si fa ansimante … “ … il tu nombre …” domanda … “Vincenzo… y vos?” … “… Dolores …”; le mie mani sempre più decise ad esplorare quel corpo creolo dalla pelle morbida … si fanno più ardite … scendono fino al pube … entrano tra le sue gambe … scivolano fino al pube dove sento l’onda calda del suo piacere scorrere inarrestabile … e lì la sua voce ansimante che sussurra il mio nome “… Vincenzo… por favor … no …eso no …”.

Ci siamo amati per ore, mille volte avrò frenato il mio piacere perché non terminasse mai quel momento, e non so quante volte ho sentito il suo piacere umido e caldo scivolare carezzevole sul mio corpo e la sua voce … sempre più dolce “… de pasito … mi amor … de pasito … Vincenzo…

Quante volte, quante volte, alla passione intensa si sono susseguite carezze leggere, sguardi meravigliati, labbra che sfioravano i nostri occhi … e poi lacrime di felicità … respiri … baci leggeri, fino a quando, inarrestabilmente … dal profondo dell’anima, le nostre bocche comunicavano quello che già i nostri corpi si erano già detti “Te amo … ” … e l’abbraccio della passione si trasformava in un abbraccio dolce … sincero … lieve ed intenso … come se le nostre vite si fossero reincontrate da chissà quanto tempo.

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