mercoledì 10 ottobre 2007

Ma è possibile che nessuno voglia finire questa lettera al posto mio?




















Vorrei sapere come leggi le mie lettere, dove le leggi, in che stanza, se c’è luce, se mentre le leggi hai le gambe incrociate, se stai su una sedia comoda, se nella stanza c’è odore di caldo.
Vorrei che mi dicessi di sì ad ognuna di queste quasi domande.
Se fosse così ti vedrei meglio, se così fosse sarebbe ancora più facile star qui a ritrovarsi in parole.

Mi sentirei “al mio posto” se stessi lì, come ti immagino io, mentre mi leggi, mentre leggi quel che ti ho scritto. Chissà, invece, che faccia avresti tu se stessi qui, ora, con me, mentre ti penso. Mi piacerebbe.
Qui piove , c’è aria malsana, umida, da laguna quasi.
Col buio, poi, è come se il cielo tramasse qualcosa di interminabile, si respira male, il mare è alto.

E va bene, questo è quel che accade qui. Chissà tu, invece, che fai e soprattutto che pensi...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

seduta nella comodità di una platea. spettatrice unica ed esterna dello spettacolo. allora la gambe sarebbero incrociate, l'aria calda, gli occhi attenti. ma dentro lo spettacolo dell'autore che aveva pronto il personaggio ma non l'attore, le gambe si chiudono al petto, l'aria si fa soffocante, le mani nervose. e chissà se era questo il ruolo.

Anonimo ha detto...

Le mani noervose...mani che fumano